Berlusconi: rinasce Forza Italia, Alfano diserta il vertice

Roma, 25 ott. (Adnkronos/Ign) – Giornata di fuoco per il Pdl. Tra i ‘lealisti’ e gli ‘alfaniani’ volano gli stracci. E il braccio di ferro si trasforma in schiaffo delle ‘colombe’ a Silvio Berlusconi quando Angelino Alfano decide di disertare l’Ufficio di presidenza convocato dal Cav alle 17. L’incontro si è concluso dopo poco più di due ore con il passaggio formale alla nuova Forza Italia.

“Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico che mai ostacolerò – spiega Alfano in una nota – per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, così come faranno altri colleghi all’ufficio di presidenza che ha il compito di proporre decisioni che il Consiglio nazionale sarà chiamato ad assumere. Sono convinto -continua il segretario del Pdl- che il tempo che ci separa dal Consiglio nazionaleconsentirà al presidente Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità”.

Il vertice nel ‘parlamentino’ di via del Plebiscito inizia così senza Alfano e tutta la compagine ministeriale. Assenti anche Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi (aveva lanciato un appello al Cav prima della riunione sull’opportunità di rinviarla perché “possibile fonte di divisioni”), Carlo Giovanardi (”Io non voglio ritornare a Fi, non è mai stato il mio partito”), Maurizio Gasparri, che decide di disertare perché, spiega, non vuole “offrire il fianco alle polemiche”. E ancora Renato Schifani che dice di impegnarsi ora “affinché nel prossimo Consiglio Nazionale si giunga a scelte ampiamente condivise” a garanzia dell’unitá del partito.

Presenti invece i cosiddetti ‘lealisti’. Denis Verdini arriva insieme al Cavaliere. Altri sono arrivati insieme a Raffaele Fitto, vale a dire Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Gianfranco Rotondi e Stefania Prestigiacomo. E proprio nell’abitazione di quest’ultima, secondo alcune voci, si sarebbe svolta la riunione subito prima dell’ufficio di presidenza.

Prima del vertice, il vicepremier e i ministri pidiellini vengono ricevuti a palazzo Grazioli nel pomeriggio per due ore, ma l’incontro si conclude con l’assicurazione di una tregua armata fino al Consiglio nazionale del Pdl, che scongiuri, per ora, una scissione interna, considerata dannosa per tutti. Gli ‘alfaniani’ fanno sapere che non c’è nessuna intenzione di uscire dal partito ma l’ipotesi di gruppi autonomi è sempre sullo sfondo e ritornerà attuale in vista del voto sulla decadenza del Cav.

Berlusconi, da parte sua, tira dritto, senza staccare la spina, almeno per ora, al governo Letta. “Non si torna indietro, bisogna andare avanti con Forza Italia”, avrebbe detto il Cavaliere durante l’incontro con Alfano e ministri.

 

 

E sarà pure una ‘tregua armata’ fino al Consiglio nazionale del Pdl, ma ormai il solco è tracciato e difficilmente la spaccatura tra lealisti e governativi potrà risanarsi. In queste ore, infatti, è già partita la ricerca delle adesioni alle due forze in campo, visto che il Consiglio nazionale è un organismo formato da una platea più vasta (quasi 800 persone) rispetto all’Ufficio di presidenza (costituito solo da 24 membri aventi diritto al voto).

 

 

Non a caso, Raffaele Fitto ha riunito i suoi per preparare un documento ad hoc e raccogliere le firme: l’obiettivo è quello di arrivare a 600 sottoscrizioni, coinvolgendo anche i componenti del Consiglio Nazionale del partito. La raccolta è già stata avviata con la mobilitazione di 5 regioni Lazio, Lombardia, Puglia, Campania, Toscana. Le adesioni, riferiscono i ‘lealisti’, avrebbero toccato quota 300.