Alberto Felice De Toni: “il mio progetto per cambiare Udine”

Alberto Felice De Toni, decalogo per la candidatura a Sindaco della Città di Udine. “Il mio progetto per la città di Udine”

Anzitutto, desidero ringraziare i cittadini, i movimenti civici, le associazioni e le forze politiche che hanno deciso di sostenermi in questa candidatura.

  1. Una candidatura civica di scopo
  2. La mia intende essere una candidatura di scopo, ovvero quello del rilancio di Udine e del Friuli
  3. Il claim è semplice: il Friuli riparte da Udine
  4. È una candidatura civica, basata su una larga convergenza di forze oggi qui rappresentate.
  5. Liste civiche e autonomistiche tra cui
  6. Progetto Innovare (Federico Pirone)
  7. Siamo Udine (Lorenzo Patti)
  8. Patto per l’Autonomia (Stefania Garlatti-Costa)
  9. Partiti nazionali e regionali tra cui:
  10. Il Terzo Polo – Italia sul Serio
    1. Italia Viva (Andrea Zini)
    1. Azione (Nicola Turello)
  11. Il Partito Democratico (Alessandro Venanzi)
  12. Cittadini per il Presidente (Michela Del Piero)
  13. Gruppi politici e associazioni culturali della città tra cui
  14. PSI (Andrea Castiglione)
  15. Costruire Futuro (Daniela Vismara)
  16. Coesis (Alessandro Tesolat)

L’alleanza di questi 10 soggetti, che qui mi onoro di rappresentare, e che potremmo denominare – Coalizione per Udine e per il Friuli – è quindi composta da tre diverse classi di forze politiche:

  • liste civiche e autonomistiche;
    • il centro liberal-democratico-riformista (Terzo Polo);
    • il centro-sinistra (Partito Democratico).

È una coalizione a tridente che rappresenta l’attuale stato dell’arte della convergenza fin qui realizzata. Ma che è aperta al contributo di tutte le altre forze che non si riconoscono nella maggioranza del sindaco uscente prof. Pietro Fontanini.

Non poniamo veti di natura ideologica sulla composizione della coalizione che quindi è aperta a quanti vorranno convergere sulla base della costruzione del programma.

  • La costruzione partecipata del programma

Il programma verrà definito in una decina di incontri pubblici a tema da gennaio fino a metà marzo per arrivare pronti all’appuntamento elettorale di aprile o maggio, con tavole rotonde, animatori e rapporter.

C’è la necessità di un dialogo con il maggior numero di soggetti, consapevoli però che gli interlocutori privilegiati saranno i cittadini che non vengono ascoltati come meritano.

  • Una candidatura emersa dal basso

È un primo valore aggiunto. La candidatura a Sindaco nasce dal basso in forma autonoma e libera con la spinta/adesione di singoli cittadini, del mondo associativo, di liste civiche e dei partiti tradizionali, senza alcun condizionamento a livelli della politica regionale o nazionale, della serie “No Visitors”.

Un’esperienza che si sta trasformando in un laboratorio originale, tuttora in divenire, dove le adesioni trovano il loro collante nel merito e nei contenuti e non sono ascrivibili a perimetri politici precostituiti, andando oltre le mura di un bipolarismo che in Italia non è decollato e che è stato superato anche nelle ultime elezioni politiche. 

La Città prima di tutto, i bisogni, le paure, le prospettive dei suoi cittadini e la sensibilità politica con cui sapremo affrontare la sfida per un futuro migliore sono il nostro perimetro ideale in cui vogliamo che tutti i cittadini si possano riconoscere.

Ribadisco: la mia candidatura nasce dal basso, nasce da Udine e per Udine e vuole crescere con Udine: sarò sindaco di tutti i cittadini, anche di coloro che non voteranno e non mi voteranno.

È un secondo valore aggiunto. La candidatura a Sindaco nasce dalla gratitudine che devo a Udine ed al Friuli per tutto ciò che hanno saputo darmi in questa quasi quarantennale esperienza di vita vissuta.

È con una profonda convinzione che intendo mettere a disposizione di Udine e del territorio friulano la passione, l’esperienza, e le competenze acquisite nella guida di realtà complesse come l’Università di Udine prima e la rete delle Università Italiane poi. Con questo spirito e in questa prospettiva ho maturato esperienze gestionali e amministrative come Presidente di Agemont, Presidente di Telefriuli, Presidente della Fondazione della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, Presidente dell’Organo di Valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità, Vice Presidente di Friuli Innovazione e Vice Presidente di Area Science Park e lanciato a suo tempo “Cantiere Friuli.

Una candidatura quindi figlia di questo percorso che non vedrà un uomo solo al comando, ma anzi che intende far parte di una squadra coesa, forte e competente per attuare un’azione politico-amministrativa partecipata.

  • Interpretazione del ruolo del sindaco: da conduttore a costruttore

Intendo interpretare il ruolo del sindaco non tanto come un conduttore alla meta, quanto piuttosto come un costruttore di contesti, un facilitatore, per fare in modo che tutti i soggetti economici, sociali, culturali e politici del territorio possano esprimersi al meglio.

Dobbiamo fare appello all’intelligenza distribuita del territorio, ingaggiarla, motivarla e mobilitarla per il bene comune.

La cosa fondamentale è riaccendere la fiducia e l’orgoglio del sentirsi parte di un territorio. E innescare circoli virtuosi di motivazione, partecipazione, impegno e produzione economico-sociale.

  • Udine capitale del Friuli

Vorrei che Udine tornasse ad essere la capitale del Friuli. Ma non lo dico io, è la vocazione e la storia della città a dirlo.

Capitale non vuol dire (se non per alcuni) capitale dello Stato friulano, ma “caput” cioè testa che pensa al Friuli, al suo beneficio. Non è mia intenzione proporre un Friuli regione Udine centrica; tuttavia sento che oggi c’è bisogno che l’identità friulana si faccia moderna riuscendo a essere sede di un disegno condiviso per tutto il territorio friulano. Meglio, per i territori friulani, dalla montagna al mare.

Dobbiamo valorizzare l’ingenium originale del popolo friulano e innescare la fiamma del Risorgimento di un Friuli con Udine capitale e non solo capoluogo.

Per riuscirsi bisogna essere inclusivi e creare contesti in modo tale che anche gli altri territori vedano e sentano Udine come un polo attrattore capace di creare valore sostenibile economico, sociale e politico in una logica di vantaggio comune

  • Udine città Mitteleuropea

Penso a una città più europea. Nel Friuli si parla italiano, friulano, sloveno e tedesco: chi più di noi può essere più europeo?

Con l’università nel 2017 ho organizzato il G7 University portando per un giorno l’ateneo friulano nel tetto del mondo con decine di università provenienti da Stati Uniti, Canada, Giappone, Regno Unito Francia, Germania e Italia.

Perchè non riprovarci con la città di Udine? Diamo una chance a Udine e al Friuli.

  • Alcuni temi su cui confrontarsi con i cittadini
  • Sicurezza – Borgo stazione
  • Raccolta Rifiuti
  • Rivisitazione della Città dal punto di vista urbanistico
  • Rivitalizzazione dei quartieri
  • Welfare
  • Trasporti, energia e verde
  • Ciclabili “Respira sei in Trentino” dice una famosa pubblicità promozionale del turismo in Trentino. Ne immagino un’altra: “Pedala, sei in Friuli”. Ciclabili cercasi.
  • Possibili progetti di qualificazione e sviluppo della città
  • L’Ospedale Misericordia di Udine è il più grande della regione. Oggi la situazione di notevole difficoltà mi preoccupa molto perché i cittadini vivono lunghe liste di attesa, disagi ecc.
  • Friuli Unidoc: eccellenze agroalimentari
  • Mandi Casa: comparto dell’arredo e dell’abitare a Udine e in Friuli
  • Valore all’associazionismo sportivo, in relazione con il professionismo.
  • Un progetto per la conoscenza come motore di equità e di sviluppo

La qualità della vita in città si pone a un discreto livello in generale, ma per tante persone non è così: esistono disuguaglianze tra le persone e tra aree territoriali sul piano dell’accesso ai servizi, alla mobilità, al welfare, alle condizioni di vita rispetto al lavoro o all’abitazione, alla manutenzione delle strade sulle quali dovremo agire.

Occorre prevenire le disuguaglianze che sono cresciute anche in città, occorre agire per ridurre il disagio educativo: agire sull’acquisizione dei saperi può contribuirvi in modo determinante.

E bisogna farlo a partire dall’inizio, dai nidi alle scuole dell’infanzia, fino all’università. E non si tratta solo di luoghi, ma di far diventare protagonisti di questa lotta alle disuguaglianze tutti gli operatori, tutti gli insegnanti.

Udine e il Friuli si sono impoveriti, sono meno attrattivi e poco inclusivi.

Abbiamo bisogno di un programma sorretto da una visione che restituisca alla città la sua funzione e il suo ruolo oggi indubbiamente marginali nel contesto regionale.

Udine può diventare un grande laboratorio per la qualità della vita delle persone, ha la capacità e le risorse per farlo.

Il Comune può essere un comune innovatore. Il Comune può diventare una agenzia di innovazione civile, sociale ed economica.

Insieme possiamo farlo. Le persone fanno la differenza.