Cosa spinge gli appassionati a tifare per una squadra?

Il calcio viene, spesso e volentieri, definito un fenomeno sociale con una forza trascinante assolutamente inimitabile. Questo sport non trascina, però, solo il tifoso ma anche lo scommettitore che, mosso da un sentimento quasi amoroso per la sua squadra, punta ingenti quantità di denaro sulla sua squadra del cuore. Succedono, poi, storie meravigliose come quella di quel tifoso del Leicester City che ogni anno puntava una somma X sulla vittoria del campionato da parte dei Foxes. Un giorno, quel meraviglioso sogno si è finalmente avverato.

In questo articolo si andrà a capire perché esiste un tifoso, perché ci siano i supporters di una squadra sia essa di calcio, rugby, hockey o qualsivoglia sport. Lo sport, non solo il calcio, esiste perché esistono i suoi tifosi. Questo è quanto e questo resta.

La squadra della propria città

Un club impersona in 10, 11, 15 od, in altri casi, in un solo giocatore un’intera città, un’intera comunità. E’ per questo motivo che i tifosi tifano la propria squadra non perché sia particolarmente forte o perché eccella in campionato ma perché ne esalta la figura e la forza della città in sé. Per esempio, i tifosi del Calcio Padova hanno, come motto, “Ad honorem civitatis” che, in latino, significa “Per l’onore della città”. Non interessa chi vinca, non interessa il risultato, interessa tifare la propria squadra, la propria città che scende in campo.

Con questa motivazione ogni week – end gli stadi si riempiono sia nelle grandi città che nei paesi di periferia. A prescindere dalla pacatezza o meno dei tifosi a supportare la propria squadra, gli atleti si sentono motivati non solo ad onorare la maglia, ma anche i tifosi.

Un amore che nasce da bambini

Le domeniche allo stadio sono sempre le migliori, le meglio spese e quelle che avranno un esito migliore. Insieme ai propri fratelli, tra una birra ed un panino, cantando a squarciagola, ridendo ed arrabbiandosi si trascorrono un paio d’ore di adrenalina. Ma lo sport non è solo rimanere in uno stadio per 90 minuti. Essere tifosi significa anche seguire una gara di Formula 1 per ore sotto al sole, rimanere impantanati fino alle ginocchia per assistere alle prodezze dei propri piloti preferiti in una gara di motocross, patire il freddo in uno stadio di hockey.

Non interessa a nessuno della pioggia, del sole, della neve o del ghiaccio. In campo, squadra o pista vi è sempre un solo ed unico motivo per cui gli spalti sono gremiti: gli eroi personali o sociali sono in azione e vanno seguiti e supportati.

I tifosi sono una famiglia

Quello che nasce nel momento in cui si condivide una panchina, una seggiola o un metro di barriera è quello che, se si vuole fare un paragone molto azzardato, può assomigliare di più ad una condivisione in famiglia. Si sta tutti insieme con un unico fine: supportare i propri beniamini ad ogni costo. Passino le risse e gli scontri al di fuori degli stadi o dei palazzetti divenuti solo un modo, al giorno d’oggi, per rigonfiare i titoli dei giornali.

Il tifo porta i supporters ad identificarsi in una stessa fede. Nel motocross, per esempio, da un pugno di tifosi, i supporters del campione del mondo Tim Gajser sono diventati un centinaio. Tutti pronti a supportare il loro beniamino con lo stesso spirito dell’inizio malgrado l’aumento del numero di fan.