Danieli, Procura Udine chiede processo 7 dirigenti. Contestata evasione per circa 80 mln euro

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Evasione e frode fiscale su un totale di circa 281 milioni di euro, con circa 80 milioni di imposta evasa. E’ con questa ipotesi che la Procura della Repubblica di Udine ha chiuso un’indagine, delegata al Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, sul Gruppo siderurgico Danieli di Buttrio (Udine). L’indagine in materia economico-finanziaria riguarda il campo della fiscalità internazionale e della cosiddetta “esterovestizione societaria” in Paesi a fiscalità privilegiata e paradisi fiscali. Al termine delle indagini la Procura ha firmato una richiesta di rinvio a giudizio per sette persone già nei mesi scorsi. L’udienza preliminare è stata fissata per l’8 maggio

Secondo l’ipotesi d’accusa – spiega la Procura in una nota – il gruppo siderurgico friulano avrebbe dichiarato costi fittizi relativi a interessi passivi maturati attraverso conferimenti azionari a società di comodo. Di fatto, il denaro “partito” dalle società nazionali della Danieli, dopo un “giro” internazionale sarebbe tornato in Italia sotto forma di prestito fruttifero, il tutto nello stesso giorno di valuta, iniziando a maturare interessi passivi. Il totale dei costi fittizi dichiarati è stato calcolato in circa 12,9 milioni di euro, con un’evasione di 3,9 milioni. Viene inoltre contestata la costituzione di tre società con sede formale in Lussemburgo ma di fatto gestite in Italia e le cui decisioni operative venivano decise a Buttrio. Per questo, sarebbero state omesse le dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2004 al 2013, pari a redditi per 255 milioni e un’evasione di imposte pari a circa 73 milioni. Secondo la Procura, queste società “esterovestite” avevano mere domiciliazioni fiscali in alcuni “open space” in Lussemburgo, ma non avevano dipendenti né struttura. Infine, al Gruppo viene contestata l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti per un ammontare di 13,3 milioni di euro e un’imposta evasa di 3,7 milioni; tutti documenti contabili formalmente di una società negli Emirati Arabi, per gli anni d’imposta dal 2006 al 2010, che avrebbero avuto lo scopo di creare fondi occulti per “elargizioni a soggetti terzi esteri”.

Il Gruppo Danieli rileva di essere presente in Lussemburgo dal 1981 e sin dall’epoca ha sviluppato un processo di internazionalizzazione delle proprie attività che ad oggi lo porta a controllare oltre 50 società operative in tutto il mondo, con volumi di esportazione superiori all’80% del fatturato e circa 11.000 dipendenti di cui 7.000 presenti nelle sedi estere”. Lo scrive l’azienda con una nota diffusa dopo le notizie relative alle indagini concluse dalla Procura della Repubblica di Udine in relazione ad ipotesi di esterovestizione delle società lussemburghesi nonché ad altre operazioni di natura finanziaria. “La società – prosegue la nota – pur respingendo ogni addebito, ha pienamente collaborato con gli organi di Polizia Tributaria ed è serena nel ritenere di aver agito nel pieno rispetto delle normative nazionali ed internazionali in materia e dimostrerà l’infondatezza di quanto oggi viene contestato nelle sedi competenti”.