Dopo le strisce blu arriva il caso “falsi autovelox”

autovelox arancione
I cosiddetti ‘falsi autovelox’, quei grossi cilindri arancioni spuntati come funghi in molte città italiane, sono inutili, non omologati e anche pericolosi. Questo è il succo della lettera che nei giorni scorsi il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha scritto al presidente dell’Anci Piero Fassino, ribadendo per l’ennesima volta il parere negativo sui “dissuasori di velocità”. Presa di posizione a cui ha risposto Poliziamunicipale.it, il portale tecnico della polizia locale, affermando che se il Ministro intende vietarne l’installazione ai comuni dovrà farlo con una disposizione normativa che al momento non esiste. La lettera – diffusa da una nota del Ministero – è firmata dal Capo di Gabinetto ed allega tutti i pareri espressi in precedenza dagli uffici competenti in materia (nove tra il 2010 e il 2014) ai comuni, alle forze di polizia locale e alle associazioni di consumatori. In sostanza, per il Ministero i cosiddetti “finti autovelox”, “dispositivi costituiti da contenitori vuoti in materiale prevalentemente plastico di varia foggia e colorazione che vengono posti a margine della strada con il dichiarato intento di condizionare la velocità dei veicoli”, “non sono inquadrabili in alcuna delle categorie di dispositivo o di segnaletica previste dal vigente Codice della Strada”. Di conseguenza, “non sono suscettibili né di omologazione né di approvazione o autorizzazione”. Anzi, potrebbero addirittura costituire un pericolo. “La loro eventuale dislocazione a bordo strada – si precisa – dovrebbe considerare la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo fisso, ancorché posti al di fuori della carreggiata”. Infine, il Capo di Gabinetto del ministro Lupi invitava il Presidente dell’Anci, a dare ampia diffusione alla lettera, affinché venisse recepita da tutte le amministrazioni. Pronta la risposta di Poliziamunicipale.it secondo cui i dissuasori di velocità ”fin tanto che non saranno espressamente vietati dalla legge potranno continuare ad essere utilizzati, anche se il Ministro la pensa diversamente”. ”Al momento infatti non esiste alcuna disposizione normativa che impedisca ad un comune di installare a bordo delle proprie strade, nei punti più pericolosi, i contenitori dei controllori elettronici del traffico”. Quindi se il Ministro intende vietarli ”dovrà essere approvata – per Poliziamunicipale.it – una disposizione ad hoc, ovvero diramato l’atteso decreto interministeriale che da quasi 4 anni è in attesa di essere divulgato per regolare compiutamente l’impiego degli autovelox in Italia. E regolare finalmente anche la ripartizione dei proventi autovelox al 50% tra ente proprietario della strada ed organo accertatore”