In 250.000 al Rototom Sunsplash

rototom2016
Le giornate con maggiore affluenza sono state quelle di martedì 16, per il concerto di Damian “Jr Gong” Marley, e giovedì 18, quando è stato comunicato il tutto esaurito per l’esibizione di Manu Chao La Ventura.

Più di 1.300.000 persone da centinaia di nazioni in tutto il mondo hanno seguito le trasmissioni dei cinque canali in streaming, dal sito web del festival e dalla pagina Facebook.

Il ritornello di unità, multiculturalità, libertà e rispetto che ha intonato la ventitreesima edizione del Rototom Sunsplash, con il motto “Reggae for Freedom” è riuscita a radunare nel festival, durante le sue otto giornate a Benicàssim, più di 250.000 persone provenienti da 80 nazioni differenti, con Spagna, Francia, Italia, Regno Unito e Germania in testa.

Le giornate che hanno registrato maggiore affluenza sono state quelle di martedì 16 di agosto, per l’esibizione di Damian “Jr Gong” Marley, giornata in cui la zona camping è rimasta senza posti disponibili. Così come giovedì 18, quando – per la prima volta nella storia del festival- si sono esaurite le entrate per assistere allo spettacolo che ha visto Manu Chao La Ventura esibirsi nel Main Stage in un concerto durato più di dure ore.

Per quanto riguarda l’impatto che hanno avuto le trasmissioni delle differenti attività, emesse dai cinque canali in streaming abilitati quest’anno; più di 1.300.000 persone da centinaia di paesi in tutto il mondo hanno seguito in diretta le giornate del Rototom, attraverso il sito web e la pagina Facebook.

Oltre a nazioni come la Spagna, Italia, Francia o Inghilterra, si è connesso pubblico da paesi come Stati Uniti, Australia, India, Russia, Malesia, Indonesia, Algeria, Brasile e in generale tutta Europa e Latino America.

Per quanto riguarda le reti sociali, la pagina Facebook del festival ha raggiunto più di 5 milioni di persone, con più di 1.500.000 interazioni. Su Twitter si sono registrate più di 470.000 tweets e su Instagram si sono raggiunti i 28.200 seguitori.

Un appuntamento per tutto il pubblico
Oltretutto il festival reggae si conferma come un appuntamento di speciale interesse per persone di tutte le età.

Quest’anno sono stati più di 18.000 i minori di 13 anni che hanno assistito alle svariate attività del festival – 2.000 in più rispetto l’anno scorso- . Inoltre 9.800 persone maggiori di 65 anni e 8.800 persone diversamente abili –in confronto ai 2.800 dell’anno precedente- hanno vissuto in prima persona l’esperienza Rototom Sunsplash.

Un’esperienza che in quest’occasione ha offerto 18 ore ininterrotte di concerti, spettacoli, workshop e altri eventi culturali, nei suoi sette scenari –dentro l’area concerti e in spiaggia- e nelle sue dieci aree extramusicali, che hanno aggiunto più di 430 attività durante la settimana, uguale a una media giornaliera con più di 50 proposte.

Dopo congedare la sua ventitreesima edizione, il Rototom Sunsplash ha già cominciato la preparazione per il suo prossimo appuntamento con il reggae, nella zona concerti di Benicàssim.

CRONACA DI PIER TOSI

UN COMBATTENTE PER LA LIBERTA’ COME TIKEN JAH FAKOLY CONCLUDE L’EDIZIONE DI ‘REGGAE FOR FREEDOM’

Prima di lui le due famiglie musicali giamaicane McGregor e Romeo e la grande consistenza roots dei francesi Yannis Odua e Volodia.

E siamo arrivati alla serata conclusiva quasi senza rendercene conto e sicuramente la tristezza per la fine del festival è sicuramente maggiore della consapevolezza che tra poco potremo recuperare parte del sonno perduto in otto giorni in nome dell’amore per la vita e la musica. Il tema di stasera è senza dubbio quello delle famiglie musicali giamaicane perché sia due incredibili personaggi importantissimi per la storia della musica giamaicana come Max Romeo e Freddie McGregor condividono il palco con i loro figli passando in qualche modo simbolicamente il testimone alle nuove generazioni.

Con Max Romeo abbiamo la figlia Xana ed il figlio Aziz: è comunque il grande cantante roots ad aprire con ‘One step forward’, ‘War inna Babylon’ e ‘Selassie I forever’ prima di lasciare spazio ai suoi figli. Xana e Azizzi hanno rispettivamente ventuno e diciassette anni e seguendo l’insegnamento paterno sono entrambi dediti al roots & culture più incontaminato. Max lascia loro lo spazio per eseguire tre brani a testa dove brillano per spontaneità e freschezza dimostrando sicuramente che sono tra i nuovi nomi giamaicani da tenere d’occhio nei prossimi mesi. Max rientra in scena poi per proseguire il suo set con ‘Valley of the Jeosaphat’ mentre alcune canzoni dopo chiude il suo set di nuovo insieme ad entrambi i suoi figli con una bella esecuzione di ‘Chase the devil’.

Prima dell’entrata in scena di Freddie McGregor con i suoi figli Chino e ‘Di Genius’ abbiamo un ottimo ma forse troppo breve set del fenomeno roots & culture francese Yannis Odua accompagnato dal conterraneo Volodia. Dopo Dub Inc. e Biga Ranks abbiamo un altro grande show dalla scena francese che il pubblico mostra di apprezzare con grande sincerità. La prima parte del set della famiglia McGregor vede entrare in scena dapprima Chino poi il fratello Stephen che tutti conoscono come Di Genius grazie alla sua abilità di produttore. In questo segmento sono la grande eccitazione della dancehall e la grande energia a farla da padrone e non poteva mancare la potentissima ‘Zero tolerance’, ultimo singolo di Chino e Stephen in combination. Al momento dell’entrata in scena del grande Freddie MacGregor manca mezz’ora scarsa alla fine della sua esibizione ma questo grande artista la capitalizza al meglio con una grande serie di hits tra cui spiccano brani immortali come’Push come to shove it’ e ‘Africa here I come’.

La fine del festival si tramuta in una grande festa nel segno della via africana al roots con le parole di libertà e speranza e l’approccio musicale potentissimo dell’ivoriano Tiken jah Fakoly.

Questo cantante famoso per le sue liriche contro la corruzione politica nel suo paese entra in scena con un bellissimo abito africano ed in scena sono presenti vari strumenti musicali tipici della tradizione africana: la sua musica à comunque una versione africana del più incontaminato roots che si possa ascoltare. Il cuore di Tiken Jah è comunque in Giamaica e ciò è dimostrato, oltre che dal contenuto del suo ultimo album ‘Racines’ registrato proprio nella terra del reggae con fior di ospiti, anche da un lungo medley in cui il cantante ivoriano esegue vari classici di varie epoche della tradizione giamaicana come ‘Fade away’ o ‘Hills & valleys’ e ‘Untold stories’ di Buju Banton. Alla fine del suo set Tiken Jah Fakoli conclude una favolosa edizione del festival per ciò che riguarda il Main Stage ed al pubblico non resta che andarsi a godere le poche ore rimaste nei vari spazi del festival come la Dub Academy, lo Showcase Stage o la Dancehall.