Istruzione: ampliate garanzie per diritto allo studio

Il segmento della scuola secondaria di primo grado è fondamentale nel percorso formativo, soprattutto
per la crescita e le scelte dei ragazzi che la frequentano. Ma in questo tempo è proprio la scuola media ad attraversare i cambiamenti più importanti. In particolare sta cominciando a pagare un costo molto alto rispetto al calo demografico. Se fino a ora questo problema ha impattato di più sulla scuola primaria è
evidente che nell’immediato futuro la questione della denatalità impatterà in maniera radicale anche nella secondaria di primo grado. Per questo sono necessarie risposte e decisioni sempre più puntuali che l’Amministrazione regionale ha cercato di mettere in campo nel contesto delle politiche regionali sull’istruzione.

Questi, in sintesi, alcuni dei concetti espressi dall’assessore regionale all’Istruzione, formazione, ricerca che oggi pomeriggio ha partecipato all’apertura dei lavori del 79. Convegno nazionale dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici dal titolo “Quale scuola media? Questioni, prospettive ed esperienze sulla scuola secondaria di primo grado” in corso oggi e domani a Pordenone. Una due giorni che vede, nell’aula magna della scuola primaria “Gabelli”, dirigenti provenienti da diverse città italiane, docenti universitari ed esperti di istruzione a confronto su diverse esperienze, testimonianze e problematiche
riguardanti il mondo della scuola media, in particolare sui temi dell’orientamento. In questi anni l’Amministrazione regionale ha ritenuto importante, anche dopo le esperienze e le situazioni vissute durante la pandemia, cercare di garantire un diritto allo studio costante, dall’asilo nido fino agli studi universitari. Siamo l’unica Regione in Italia, ha ricordato l’assessore nel suo intervento, a offrire una sorta di “filiera” del diritto allo studio che accompagna alunni e studenti dall’inizio alla fine dei loro percorsi scolastici e formativi.

Affrontando la questione del diritto allo studio, è stato evidenziato come l’Amministrazione regionale sia intervenuta in particolare su tutte le fasce di maggiore difficoltà e di marginalizzazione. Attraverso interventi che prevedono, ad esempio, lezioni per gli alunni che si trovano in ospedale per
periodi prolungati e lezioni a domicilio per i casi familiari in cui ciò si renda necessario. Si sono poi perfezionati interventi sulla piaga dell’abbandono scolastico e sul tema dell’inclusione degli stranieri. La scuola è l’unico strumento per integrare, sia minori che adulti stranieri, e l’integrazione avviene solo attraverso il confronto e non certo formando classi costituite a maggioranza da stranieri. Sul tema dell’orientamento al centro del convegno pordenonese dei dirigenti, secondo l’esponente della Giunta regionale, si sono fatti passi importanti, ma molto resta ancora da fare. Su questo urgono visioni e approcci nuovi che guidino in maniera sempre più puntuale i giovani che devono essere intercettati con modalità innovative rispetto al passato se si vuole, come ha sottolineato l’assessore, agevolarli nelle scelte rispetto al loro futuro. La rappresentante dell’Esecutivo regionale – ringraziando l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici per avere scelto il Friuli Venezia Giulia come sede del loro convegno annuale – ha infine sottolineato come integrazione e crescita nelle scuole migliorino anche attraverso il potenziamento delle competenze linguistiche. In Friuli Venezia Giulia questo significa anche operare all’interno di un caso unico di multilinguismo che vede la presenza di tre lingue minoritarie (sloveno, tedesco e friulano) e che richiede la garanzia di risposte specifiche che possono essere date in modo ancora più preciso ed efficace solo dentro un percorso di regionalizzazione scolastica sul quale è stato recentemente ripreso il confronto
con il governo.