Nucleare: reso pubblico lo studio sulla sismicità di Krsko

Il Governo sloveno ha finalmente divulgato lo studio sismologico sull’area di Krško, redatto dall’IRSN (Istituto per la Radioprotezione e la Sicurezza Nucleare) francese, studio inizialmente “secretato” dalla società Gen Energija che gestisce la centrale nucleare. Lo annunciano WWF e Legambiente, che dopo aver appreso la notizia della secretazione – e delle conseguenti polemiche in Slovenia e Croazia – si erano rivolte ai competenti ministeri sloveni e croati, chiedendo la diffusione dello studio, per metterlo a disposizione della comunità scientifica internazionale.

Si era appreso infatti che lo studio, svolto dall’istituto francese in vista del progetto per la costruzione di una seconda centrale nucleare a Krško, accanto a quella esistente, era giunto a conclusioni negative, per l’elevata sismicità della zona. Da ciò la decisione iniziale di tenerne riservato il contenuto, come aveva riferito anche la stampa italiana.

Le due associazioni ambientaliste alla fine dello scorso mese di aprile si erano perciò rivolte direttamente ai Ministeri dell’ambiente e dell’economia di Slovenia e Croazia, chiedendo che lo studio venisse divulgato, perché le conseguenze ambientali di un incidente alla centrale nucleare inevitabilmente coinvolgerebbero anche il territorio italiano ed i suoi abitanti.

Alla fine di maggio rispondeva il Ministero sloveno delle infrastrutture e della pianificazione territoriale – Direttorato per l’energia, rendendo disponibile nel proprio sito web lo studio francese ed altri documenti geologici sull’area di Krško.

WWF e Legambiente hanno quindi segnalato ciò all’OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica, al Servizio geologico e alla Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia, chiedendo a questi enti di analizzare la documentazione fornita e di divulgare al pubblico le proprie valutazioni in merito.

Una nota nello stesso senso è stata inviata anche alla Presidente della Regione, Debora Serracchiani, ed agli assessori regionali all’ambiente ed energia, Sara Vito, e alla protezione civile, Paolo Panontin.

E’ necessario – osservano i presidenti regionali di WWF e Legambiente, Roberto Pizzutti ed Elia Mioni – che su una questione tanto rilevante si apra un approfondito dibattito scientifico ed i cittadini siano adeguatamente informati, poiché l’elevata sismicità della zona di Krško solleva rilevantissimi problemi di sicurezza non soltanto in rapporto al progetto della nuova centrale nucleare, ma anche per quella esistente. Se si pensa che Krško dista circa 130 km in linea d’aria dal territorio italiano – Chernobyl oltre 1.300 km – è del tutto evidente che un grave incidente alla centrale sloveno-croata, magari causato da un evento sismico, implicherebbe conseguenze potenzialmente catastrofiche anche per l’Italia, a cominciare dal Friuli Venezia Giulia.”

Le due associazioni ricordano di essersi opposte in varie occasioni, ad esempio in sede di osservazioni per la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) sul Piano Energetico della Slovenia, alla costruzione di una nuova centrale nucleare a Krško e di aver chiesto anche la chiusura della centrale esistente, che si vorrebbe invece mantenere in funzione fino al 2043, quando l’impianto avrà raggiunto i 60 anni di età.

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