Ospedale Udine Senza Fumo. Esteso il divieto anche negli spazi aperti

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L’ospedale è luogo di diagnosi e cura delle malattie ma anche di promozione della salute e il vedere fumare un operatore sanitario è in sé una contraddizione e non rappresenta un buon esempio di educazione alla salute.
Il fumo di sigaretta infatti secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle principali cause di malattie prevenibili ed è correlato prevalentemente a broncopneumopatie, malattie cardiovascolari quali infarto miocardico, ictus cerebrale, difetti di circolazione del sangue e neoplasie.
Inoltre, non tutti sanno che i mozziconi di sigaretta gettati per terra costituiscono una fonte d’inquinamento che dura decenni e, oltre che rappresentare una fonte di ostruzione delle vie di scarico delle acque reflue, contaminano l’ambiente di Polonio 210, nota sostanza cancerogena. Tenendo conto che in Italia si producono circa 72 miliardi di cicche/anno, questa aumenta notevolmente il carico complessivo annuale di radioattività.
Il fumo di sigaretta è spesso causa di patologie che costringono al ricovero ospedaliero e l’ospedalizzazione può essere una buona occasione per smettere di fumare. Esiste infatti una buona evidenza scientifica che dimostra che un breve intervento di un operatore sanitario (medico o infermiere) può incentivare il tentativo di smettere di fumare e favorirne il successo.
Il colloquio con i sanitari e la terapia antitabagica può essere comunque utile per informare il paziente ed i familiari che esiste un Centro Anti Tabagismo al quale potersi rivolgere quando lo desiderano. È dimostrato che smettere di fumare diventa molto più semplice se integrato da un cambiamento di stile di vita che comprenda una dieta equilibrata, controllo dell’alcol e educazione al movimento regolare.
Quindi gli operatori della salute, possono giocare un ruolo fondamentale nella lotta al fumo di tabacco, in primis con il loro esempio personale e secondariamente con un intervento professionale utile a persuadere i cittadini che il fumo fa male.
A Udine ci sono due Centri Anti Fumo, uno presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine e uno al SERT dell’Azienda per i Servizi Sanitari “Medio Friuli”: entrambi i centri possono aiutare a intraprendere un percorso di “cambiamento di stile di vita” personalizzando l’approccio diagnostico-terapeutico alle esigenze dei singoli pazienti .
Tutte le persone che sono riuscite a smettere di fumare, riferiscono che lavorano meglio, con più entusiasmo e che perdono molto meno tempo pur usufruendo delle pause lavorative. Soprattutto, eliminando una fonte di tossicità e respirando meglio, affrontano con più vigore piccole malattie infettive.
E stato recentemente dimostrato e pubblicato su una autorevole rivista scientifica che, un semplice avviso di non fumare , ha uno scarso effetto sul soggetto. Invece un breve colloquio (3-5 min.) con un operatore può aumentare l’astensione dal fumo dal 1 al 3%.

In considerazione di ciò, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine ha definito un programma per estendere il divieto di fumo, già attivo per legge nei locali e spazi chiusi, anche a quelli esterni aperti nel comprensorio dell’Azienda (spazi adiacenti alle porte di ingresso, pensiline di passaggio, cortili interni, giardini, balconi, ecc.) e in tutti i mezzi ed autoveicoli utilizzati dall’Azienda. Il divieto riguarderà non solo il personale dipendente dell’Azienda e delle ditte che lavorano in ospedale, ma anche i visitatori e i parenti.

Nei prossimi giorni verrà avviata una adeguata campagna di promozione e di informazione si focalizzerà sul raggiungimento del risultato finale di un “Ospedale senza Fumo”.