Parte dal Friuli il referendum per riaprire le case chiuse

prostituta 2 20 marzo 2014 – Parte dal Friuli, in particolar modo dai due consiglieri regionali di Forza Italia, Rodolfo Ziberna e Elio De Anna la proposta di un referendum abrogativo della Legge Merlin che nel 1958 proibì le case d’appuntamento.

Il Vicepresidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio Regionale Rodolfo Ziberna ha presentato questa mattina i contenuti della «Proposta di indizione di referendum popolare ai sensi della Legge 25 maggio 1970, n. 352 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo” per l’abrogazione della Legge 20 febbraio 1958, n.75 “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui”» che è stata sottoscritta anche dal collega Elio De Anna.

“Lo scopo della proposta – ha spiegato Ziberna – è quello di spingere il Parlamento di rivedere una legge che risale al 1958 e che, di fatto, ha fallito nel suo intento. Se, infatti, la legge Merlin era stata approvata con l’obiettivo di debellare il fenomeno della prostituzione, ebbene oggi a più di cinquant’anni di distanza, possiamo dire che ciò non è stato raggiunto. Sarebbe, quindi, necessario che il Parlamento riprendesse in mano il provvedimento e lo aggiornasse a quelli che sono i tempi ed i fenomeni attuali. Penso al fenomeno della prostituzione on-line ed a quello, ben più grave, delle baby squillo o delle ragazze ridotte in schiavitù, ma anche di tutta la questione fiscale che non consente a chi svolge liberamente la professione di poter pagare le tasse e di poter usufruire di regolari contributi pensionistici”.

“Quella che è stata presentata – ha proseguito Ziberna – non è, quindi, una nuova disciplina del fenomeno, ma una mera proposta di indizione di un referendum abrogativo parziale della Legge Merlin che consente di informare i cittadini ed orientare una maggioranza parlamentare verso una revisione del testo. Se, infatti, venisse promossa una consultazione referendaria, il Parlamento nazionale sarebbe indotto a porre mano ad una disciplina della prostituzione proprio per evitare l’appuntamento referendario stesso: e questo sarebbe già un risultato. Una simile proposta è stata già approvata dalla Commissione Consiliare competente in Lombardia. Nei prossimi giorni provvederò ad inviare copia del nostro testo a tutti i Consigli Regionali d’Italia per cercare di trovare la massima condivisione”.

“La mia speranza – conclude Ziberna – è che il Parlamento approvi successivamente un testo con cui sottrarre chi si prostituisce contro voglia dalle mani degli sfruttatori, inasprire le pene per chi induce e sfrutta, soprattutto minorenni, assicurare copertura previdenziale ed assicurativa alle prostitute che esercitano per libera scelta facendo loro pagare le tasse”.

 

 

Il Vicepresidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio Regionale Rodolfo Ziberna ha presentato questa mattina i contenuti della «Proposta di indizione di referendum popolare ai sensi della Legge 25 maggio 1970, n. 352 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo” per l’abrogazione della Legge 20 febbraio 1958, n.75 “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui”» che è stata sottoscritta anche dal collega Elio De Anna.

Lo scopo della proposta – ha spiegato Ziberna – è quello di spingere il Parlamento di rivedere una legge che risale al 1958 e che, di fatto, ha fallito nel suo intento. Se, infatti, la legge Merlin era stata approvata con l’obiettivo di debellare il fenomeno della prostituzione, ebbene oggi a più di cinquant’anni di distanza, possiamo dire che ciò non è stato raggiunto. Sarebbe, quindi, necessario che il Parlamento riprendesse in mano il provvedimento e lo aggiornasse a quelli che sono i tempi ed i fenomeni attuali. Penso al fenomeno della prostituzione on-line ed a quello, ben più grave, delle baby squillo o delle ragazze ridotte in schiavitù, ma anche di tutta la questione fiscale che non consente a chi svolge liberamente la professione di poter pagare le tasse e di poter usufruire di regolari contributi pensionistici”.

Quella che è stata presentata – ha proseguito Ziberna – non è, quindi, una nuova disciplina del fenomeno, ma una mera proposta di indizione di un referendum abrogativo parziale della Legge Merlin che consente di informare i cittadini ed orientare una maggioranza parlamentare verso una revisione del testo. Se, infatti, venisse promossa una consultazione referendaria, il Parlamento nazionale sarebbe indotto a porre mano ad una disciplina della prostituzione proprio per evitare l’appuntamento referendario stesso: e questo sarebbe già un risultato. Una simile proposta è stata già approvata dalla Commissione Consiliare competente in Lombardia. Nei prossimi giorni provvederò ad inviare copia del nostro testo a tutti i Consigli Regionali d’Italia per cercare di trovare la massima condivisione”.

La mia speranza – conclude Ziberna – è che il Parlamento approvi successivamente un testo con cui sottrarre chi si prostituisce contro voglia dalle mani degli sfruttatori, inasprire le pene per chi induce e sfrutta, soprattutto minorenni, assicurare copertura previdenziale ed assicurativa alle prostitute che esercitano per libera scelta facendo loro pagare le tasse”.