Stati Uniti, Trump lancia la net revolution

internet veloce

Nelle ultime settimane si è molto discusso per la mossa con cui Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha smantellato il principio della “net neutrality” nel settore delle reti di comunicazioni, che era stato seguito dal suo predecessore Barack Obama.

Cambio in vista in America?

Per la precisione, è il presidente della Federal Communication Commission, Ajit Varadaraj Pai, ha annunciato che sono in fase di studi cambiamenti radicali per riscrivere la neutralità della rete, spingendo su quella che viene definita “Internet a due velocità“. Ma in concreto cosa cambia?

Come funziona Internet in USA

Innanzitutto andiamo a guardare la situazione attuale negli Stati Uniti, dove come detto è in vigore un sistema riformato per l’ultima volta dall’amministrazione Obama nel 2015: l’orientamento è quello della “parità”, che si traduce in un traffico gestito indipendentemente dall’utente finale e da quanto si paga per quel servizio. In termini pratici, significa che gli Internet Service Provider non possono fornire prestazioni migliori (o anche più veloci) soltanto a chi spende di più.

Anche in Italia c’è neutralità

Insomma, quello che succede anche in Italia, dove gli utenti sottoscrivono un abbonamento ai servizi telefonici o di Rete, ottenendo dall’operatore la stessa capacità di fare chiamate, avere conversazioni e disporre di banda di connessione, pagando il costo stabilito oppure in base al consumo, a seconda del pacchetto scelto. Sta poi al singolo cliente optare per un servizio o per un altro, approfittando dell’ampliamento del mercato, dove ad esempio convivono i provider tradizionali e i concorrenti come Eolo, che stanno diffondendosi grazie a offerte internet ultraveloce convenienti ed efficienti.

Addio al principio

A rivoluzionare questo status quo, almeno in America, è appunto la virata di Trump verso un sistema meno “protettivo” per i consumatori: le nuove regole, che sostanzialmente vanno a eliminare il principio della neutralità di rete, consentiranno agli Isp di avere maggiore libertà di movimento, offrendo ad esempio accessi privilegiati e canali di trasmissione più veloci a chi paga di più. Secondo gli esponenti del Partito Repubblicano, questa nuova regolamentazione stimolerà nuovi investimenti e porterà a una maggiore trasparenza nel settore delle telecomunicazioni.

Le critiche a Trump

Al contrario, ovviamente, i democratici criticano l’impostazione che abbandona il principio egualitario, che di fatto imponeva ai provider alcune restrizioni rispetto alla arbitrarietà assoluta delle manovre sui vari dispositivi che sono connessi, e che allo stesso tempo rendeva uniforme il modo in cui gli utenti usufruiscono dei servizi forniti da questi device. Oltre a questo, poi, la mossa di Trump limiterebbe la libertà di accesso alle informazioni sulla Rete e, in termini più economici e industriali, sarebbe da ostacolo anche allo sviluppo di nuove start up, soprattutto in un segmento di mercato nel quale è il volume di investimenti iniziali a determinare il successo di un progetto.

Cosa potrebbe cambiare per la Rete in USA

Oltre alle battaglie politiche e ideologiche, una conseguenza diretta di questa net revolution dovrebbe essere appunto quella della creazione di una rete Internet a due velocità: questo significa che i principali provider statunitensi potranno predisporre tariffari customizzati, e allo stesso tempo modificare la distribuzione di determinati contenuti. Un operatore come Comcast, ad esempio, potrebbe destinare la banda dei contenuti di Nbc Universal su un canale preferenziale, “rallentando” quelli di Google, Amazon o Netflix che sono suoi diretti concorrenti.