Udine: metalmeccanica torna a crescere dopo un periodo buio

L’industria metalmeccanica, secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, rappresenta in Provincia di Udine il comparto manifatturiero maggiormente rilevante: lo è dal punto di vista quantitativo (con 1.925 localizzazioni, ovvero sedi di impresa e filiali, al 30 giugno 2018 rappresenta il 32,3% dell’intero manifatturiero provinciale che conta 5.961 localizzazioni; il 42,6% delle imprese metalmeccaniche in Regione sono localizzate in Provincia di Udine) in termini di occupazione (oltre 23.600 addetti che rappresentano il 50,5% degli addetti manifatturieri provinciali), di valore aggiunto (superiore al dato regionale pari al 56% del manifatturiero) e di scambi internazionali (il 67,3% dell’intero export provinciale), oltre che per il ruolo strategico che assolve.

La metalmeccanica udinese, dopo aver archiviato un 2016 con un calo dei volumi produttivi nel comparto meccanico (-1,4%) e segnato un andamento stazionario per quello siderurgico, ha registrato nel 2017, sulla base delle rilevazioni dell’indagine trimestrale dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, un incremento, rispetto all’anno precedente, del +3,1% per il comparto meccanico e del +2,3% per quello siderurgico.
Nel primo trimestre del 2018 si è registrato un consolidamento della fase espansiva: l’indicatore della produzione, infatti, è cresciuto del +2,8% per il comparto meccanico e del +3,6% per quello siderurgico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel secondo trimestre 2018 gli indici si sono mantenuti positivi ma si è manifestata una leggera decelerazione: +2,6% il comparto meccanico e +1,7% quello siderurgico.
Sempre nel secondo trimestre di quest’anno, lo sfruttamento degli impianti è stato in media pari all’89,5% e 88,7% della capacità massima disponibile rispettivamente per il comparto meccanico e siderurgico, percentuali superiori a quella raggiunte nel 2017 (82,3% e 81%) e nel 2016 (79,2% e 78,4%).
A tali andamenti ha contribuito in misura significativa la dinamica delle esportazioni di prodotti metalmeccanici che nel primo semestre 2018 hanno raggiunto i 2.016 milioni di euro con un incremento del +10,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (in linea con la crescita media annua del 2017, +11,1%), mentre le importazioni, grazie al miglioramento della domanda interna, hanno registrato un aumento del 15,7%.
Il saldo dell’interscambio del comparto ha registrato un attivo pari a 1.060 milioni di euro.
In dettaglio, sono cresciute le vendite all’estero dei prodotti della metallurgia (+16%, da 793 a 921 milioni di euro), di prodotti in metallo (+27,9%), computer e prodotti dell’elettronica (+17,6%), autoveicoli (+2,2%) e macchinari (+0,6%), mentre sono calate le esportazioni di apparecchiature elettriche (-3,8%).
L’export è aumentato verso la Germania (+15,4%, toccando i 391 milioni di euro), e l’Austria (+13%) e, tra i paesi extra Ue, verso gli Stati Uniti (20,3%), che si confermano, con oltre 133 milioni di euro, il terzo paese come destinazione per il comparto metalmeccanico. In forte crescita, +225,5%, le vendite in Cina.

Relativamente alle previsioni degli imprenditori metalmeccanici per i restanti mesi del 2018 emerge un sentiment moderatamente positivo, anche se le attese mostrano un lieve calo della fiducia. In particolare, le aspettative per la produzione e le vendite sul mercato interne sono orientate alla stabilità, mentre le vendite sui mercati esteri dovrebbero continuare a crescere.