Vinitaly: Shaurli, premiato Stanko Radikon innovatore della tradizione

Verona, 9 apr – “E’ una grande soddisfazione che la medaglia di
Cangrande storico e più importante premio del Vinitaly sia stata
assegnata alla memoria di Stanko Radikon, alla sua famiglia e
all’azienda: viticoltore di grande lungimiranza e coraggio,
capace di far rinascere da Oslavia i vini macerati che tanta
attenzione ora suscitano in tutto il mondo”.

Lo ha affermato l’assessore alle Risorse agricole Cristiano
Shaurli in occasione della consegna del premio Angelo Betti –
benemerito della Viticoltura 2017 con la medaglia di Cangrande,
per il Friuli Venezia Giulia, alla memoria di Stanko Radikon,
grande sperimentatore che iniziò il suo percorso di ricerca nel
1977 tra le vigne di Oslavia, nella campagna goriziana, il cui
nome è fondamentale per tutto il movimento del vino naturale
italiano.

A ritirare il riconoscimento è stato il figlio Saša: “ci sono
molte parole che si possono spendere per descrivere Stanko
Radikon, il suo lavoro, il suo impegno sociale e il suo
carattere. Lo descriverei semplicemente come un visionario, a cui
spetta il merito di aver pensato fuori dagli schemi” ha indicato.

“In un momento in cui il vino bianco era limpido e al massimo
barricato – ha aggiunto Saša – mio padre è passato alle lunghe
macerazioni in tini di legno e all’invecchiamento nelle botti,
riprendendo un metodo ancestrale e sviluppandolo secondo le nuove
conoscenze enologiche. La sua visione era un vino semplicemente e
naturalmente buono, che ognuno potesse esprimere quale risultato
del proprio lavoro in vigna, un concetto che ha unito e che
tuttora unisce tutti i produttori che ne hanno colto la
profondità. Sono orgoglioso di mio papà, contadino e maestro, nel
lavoro e nella vita”.

“Vini, ormai apprezzati e conosciuti in Italia come all’estero,
che sono nati nella nostra regione – ha indicato Shaurli- da un
gruppo di produttori definiti visionari che attraverso scelte
coraggiose, non certo facili ed a volte anche sconfiggendo
critiche e diffidenze, hanno saputo promuovere una
vitivinicoltura sostenibile a livello ambientale e nello stesso
tempo fortemente legata alla storia e all’identità del nostro
territorio. Dobbiamo dire grazie a Stanko alla sua famiglia e a
chi come lui ha riscoperto questa viticoltura e dobbiamo essere,
senza distinguo, orgogliosi che ciò, dalle colline della nostra
regione, sia arrivato in tutto il mondo”.
ARC/LP/EP

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