AMBIENTE: A2A MONFALCONE, IN AUTUNNO UN INTENSO PROGRAMMA DI INDAGINI

Trieste, 29 lug – “La Regione continua a mantenere sotto
stretto controllo la centrale termoelettrica A2A di Monfalcone,
sia monitorando con attenzione la produzione e gli eventi anomali
che saltuariamente accadono, sia proseguendo nelle indagini
ambientali. Ai controlli già consolidati, Arpa ne aggiungerà ora
di altri, che daranno adeguate risposte alle richieste dei
comitati e dei cittadini monfalconesi”. A dirlo l’assessore
regionale all’ambiente, Sara Vito, in un incontro con i
rappresentanti dei comitati di quartiere di Monfalcone, che si è
tenuto questo pomeriggio nella città dei cantieri.

Un incontro, al quale erano presenti tra gli altri anche il
sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, e il presidente della
Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, voluto dall’assessore
Vito anche per illustrare la posizione assunta dalla Regione nel
recente tavolo di confronto con A2A, volta ad individuare un
percorso di riconversione della Centrale verso l’utilizzo di
fonti energetiche rinnovabili, e a presentare le novità nella
‘governance’ dell’impianto termoelettrico, che confluirà nella
nuova società Energie Future.

Le attività di monitoraggio e di controllo sono state illustrate
dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa),
che nell’occasione ha presentato in modo esaustivo le attività
del “Focus group” dedicato alla centrale di Monfalcone. Si tratta
di una serie articolata e sistematica di interventi, che riprende
e sviluppa ulteriormente le molte attività già in corso, in un
progetto triennale 2016-2018 i cui punti cardini sono il
potenziamento dei monitoraggi, il rafforzamento delle attività di
controllo ambientale, le indagini epidemiologiche e i
biomonitoraggi.

“Il presidio di Arpa – ha sottolineato Vito – è
significativamente aumentato nell’ultimo anno anche all’interno
della centrale; ne è un esempio il recente sopralluogo
effettuato in seguito ad una recente e anomala fuoriuscita di
fumo”.

“In tale occasione – ha riferito l’assessore – Arpa ha verificato
le cause dell’anomalia, riconducibili a piccole crepe che si
producono sui condotti metallici per l’azione erosiva della
cenere o in seguito ad uno stress termico. Nel corso del
sopralluogo, Arpa ha potuto inoltre accertare che in A2A non sono
al momento utilizzate, né stoccate, biomasse e che il flusso di
camion in entrata e uscita dallo stabilimento, pari a circa 20-30
camion/giorno, è dovuto esclusivamente al funzionamento
dell’impianto”.

Per quanto riguarda i monitoraggi ambientali “standard”, Arpa ha
presentato i dati di qualità dell’aria e gli andamenti delle
emissioni al camino. Gli indici di qualità dell’aria sono rimasti
su valori buoni e nell’ultimo anno non sono state rilevate
anomalie direttamente riconducibili al funzionamento della
centrale. In seguito all’attivazione dei sistemi di abbattimento
DENOX, inoltre, Arpa ha rilevato una significativa riduzione
delle emissioni di ossidi di azoto, quantificabili in circa la
metà di quanto rilevato negli anni precedenti.

Arpa ha inoltre pianificato una campagna di misura dei
radionuclidi sul carbone e sulle ceneri presenti nei depositi,
adottando i criteri previsti da una recente direttiva Euraton
(2013/59/EURATOM), non ancora in vigore ma che dovrà essere
recepita entro il 2018. Sono previsti 25 campionamenti, 25 misure
di spettrometria gamma, 15 misure di irraggiamento e 5 misure
radiochimiche in collaborazione con ISPRA.

Nei prossimi mesi proseguiranno anche le attività di supporto di
Arpa, in particolare al CNR, nei monitoraggi previsti dall’AIA,
finalizzati anche a discriminare il contributo della centrale sul
totale delle polveri presenti in atmosfera.

Un approfondimento a parte merita l’attività di biomonitoraggio
umano, che è ormai pianificata e di prossimo avvio. Il piano di
attività, che accoglie anche specifiche richieste avanzate dai
Comitati cittadini, prevede d’effettuare su un campione di 50
soggetti volontari (25 maschi e 25 femmine) le analisi delle
urine per rilevare i livelli di metalli e di alcuni marcatori.
L’arruolamento dei volontari, il prelievo dei campioni e le
analisi sono programmate per il terzo trimestre di quest’anno,
mentre l’elaborazione dei dati verrà effettuata nel trimestre
successivo. Oltre alle analisi biologiche, verranno realizzate
con le medesime tempistiche, anche nuove misure di esposizione
ambientale per i metalli, gli idrocarburi policiclici aromatici e
i composti organici volatili in due postazioni (via Boito e
all’interno del quartiere di Panzano). Entro fine anno ci sarà
quindi un primo screening su un campione di popolazione residente
in un raggio di 1.300 m attorno alla centrale termoelettrica.

Infine – e anche questa è una richiesta più volte avanzata dai
comitati monfalconesi – Arpa e Università di Trieste avvieranno
nel periodo autunno-invernale un’indagine sui licheni adottando
una metodologia di “citizen science”, che prevede il
coinvolgimento delle scuole locali o di associazioni presenti nel
territorio.

In conclusione l’assessore Vito ha voluto evidenziare
l’importanza di momenti di confronto come quello odierno ed ha
anticipato che in autunno “verrà organizzato un nuovo incontro
pubblico per continuare a dare ai comitati di quartiere e ai
cittadini un ruolo da protagonisti nel ridisegnare il futuro
della propria città”.
ARC/PPD/com

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