AMBIENTE: VITO, MASSIMA ATTENZIONE SU CENTRALE NUCLEARE KRSKO

Trieste, 18 ott – “Sulla centrale termonucleare di Krško la
Regione ha sempre posto la massima attenzione e le iniziative
programmate per questa settimana a Trieste lo dimostrano”.

Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia
Giulia, Sara Vito, intervenendo oggi a Trieste all’apertura del
convegno “La gestione dell’emergenza radiologica a Trieste ed in
Friuli Venezia Giulia”, organizzato da Arpa con il patrocinio e
il contributo della Regione.

Nel corso del convegno sono stati illustrati i piani di emergenza
radiologica e nucleare nazionale e provinciale, oltre ad alcuni
altri piani relativi alla sosta in rada di navigli a propulsione
nucleare, al rinvenimento di sorgenti orfane e al trasporto di
materiale esausto.

Vito ha tra l’altro ricordato che l’impianto termonucleare di
Krško è tenuto ad ottemperare tutti gli accordi internazionali in
materia di sicurezza degli impianti nucleari che prevedono
precisi obblighi per l’ente gestore. Tra questi, anche quello di
fornire puntuali informazioni sullo stato degli impianti a Stati
e Regioni limitrofe. Lo scambio di informazioni avviene tramite
l’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) che si
avvale anche del contributo delle Agenzie regionali per
l’ambiente.

“Corre l’obbligo segnalare – ha proseguito Vito – che si è
recentemente svolto in Prefettura a Trieste un nuovo vertice
bilaterale tra l’Autorità di sicurezza nucleare italiana e
slovena, Ispra e SNSA, allo scopo di consolidare gli accordi
bilaterali sulla gestione delle emergenze radiologiche e di
cooperazione in materia di sicurezza nucleare. All’incontro ha
partecipato per la prima volta anche una rappresentanza dell’Arpa
FVG”.

Ed è nel corso di questo vertice bilaterale che Ispra, tramite il
direttore Stefano Laporta, ha ribadito alcune importanti nozioni
sulla sicurezza dell’impianto di Krško. Le più recenti
informazioni fornite da Ispra consentono di affermare che
l’impianto risponde agli standard di sicurezza vigenti a livello
internazionali, anche per quanto riguarda il rischio sismico.

Dai rapporti ufficiali risulta infatti che, su richiesta della
Comunità Europea, sono state fatte, dopo la revisione periodica
sulla sicurezza dell’impianto del 2004, ulteriori valutazioni
della sismicità dell’area di Krško mentre, a seguito del disastro
di Fukushima, l’impianto sloveno, come tutti gli altri impianti
europei, è stato sottoposto ad una ulteriore revisione di
sicurezza straordinaria tramite degli stress test atti a valutare
la risposta dell’impianto ad eventi naturali estremi o di grave
danneggiamento del reattore.

Gli stress test hanno consentito di valutare i margini di
sicurezza e di redigere i Piani di azione nazionali (NAPs) con le
migliorie da apportare ad ogni impianto sotto la supervisione
europea.

Le valutazioni effettuate nell’impianto di Krško consentono di
affermare che un incidente severo con danno al reattore potrebbe
verificarsi solo nel caso di un sisma con una PGA (Peack Ground
Acceleration) di almeno 0,8 g, evento caratterizzato da un tempo
di ritorno atteso dell’ordine di 50.000 anni.

Oltre agli studi sulla sismicità, la centrale termonucleare di
Krško è sottoposta a continui interventi di manutenzione e di
migliorie impiantistiche come, ad esempio, un impianto di
aspirazione delle polveri che in caso di incidente può captare la
quasi totalità degli inquinanti dispersi, oppure un avanzato
sistema di simulazione che consente agli operatori di mantenersi
sempre pronti a qualsiasi evenienza.

I piani di gestione delle emergenze in Slovenia in caso di
incidente nucleare sono stati illustrati dal direttore del SNSA,
Andrej Stritar, mentre Benjamin Zorko, direttore dello Joseph
Stefan Institute di Lubiana, ha presentato le modalità di
monitoraggio della radioattività ambientale in Slovenia.

Analoghe relazioni, valide per il Friuli Venezia Giulia, sono
state presentate dall’Agenzia regionale per la protezione
dell’ambiente.

ARC/ARPA/fc

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