AMBIENTE: VITO, NUOVA NORMATIVA SEMPLIFICAZIONE DRAGAGGI PORTI

Trieste, 7 set – “Finalmente e con soddisfazione – afferma
l’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito –
apprendiamo dell’importante passo avanti fatto con la nuova
disciplina per le operazioni di dragaggio nei porti italiani
pubblicata in Gazzetta Ufficiale”.

“Si tratta – aggiunge Vito – di un provvedimento per superare le
difficoltà che sono state riscontrate in questi anni nella
realizzazione delle opere di dragaggio. La Regione ha seguito con
grande attenzione ed ha partecipato ai diversi tavoli tecnici
ministeriali dedicati alla definizione del nuovo regolamento
sulle immersione in mare dei sedimenti e sul ripascimento delle
spiagge”.

“Complessivamente – evidenzia l’assessore – le nuove norme si
basano su un principio di semplificazione rispetto al vecchio
Manuale. Arpa Fvg, durante i lavori, ha svolto un ruolo
determinante nel rappresentare le necessità della Regione e ciò è
stato possibile anche grazie al ruolo di leadership assunto
dall’Agenzia in AssoArpa”.

Si tratta di un pacchetto di interventi, due regolamenti e una
modifica normativa, che definiscono un quadro regolamentare
chiaro oltre a certezza e semplificazione delle procedure.
L’operazione di semplificazione riguarda il decreto dragaggi Sin
che disciplina le operazioni di dragaggio nelle aree portuali
all’interno dei Siti di interesse nazionale e il regolamento per
l’immersione in mare dei materiali da escavo dei fondali marini.

I due provvedimenti si aggiungono alle modifiche contenute nel
Collegato ambientale, in vigore da febbraio, con cui sono stati
semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e
delle vasche di raccolta e in cui si prevede che la tutela delle
acque e del suolo avvenga attraverso le migliori tecnologie
disponibili.

Con un’altra modifica al Collegato ambientale, infine, sono state
definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono
l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da Sin a Sir
(Siti di interesse regionale).

Ai tavoli, tecnici ministeriali di 5 regioni (Friuli Venezia
Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Marche) assistiti
dalle rispettive Agenzie per la protezione dell’ambiente.

Numerose le novità. Tra queste un criterio di gradualità nelle
indagini ambientali in funzione del livello presunto di
contaminazione: più dettagliate dove il rischio di contaminazione
è maggiore come le banchine di un grande porto industriale e più
semplici per quantità e qualità dove la contaminazione è minore
come, per esempio, una spiaggia ad uso turistico. Importante è
anche l’aspetto del periodo di validità delle analisi che diventa
più esteso.

Per quanto riguarda i valori chimici di riferimento, ora possono
essere ridefiniti a livello locale e questo permetterà di
declassificare il materiale rispetto allo stato attuale. Sarà
quindi possibile una gestione più efficiente dei fanghi, puntando
di più sul loro recupero e meno sul loro smaltimento come rifiuto.

L’approccio di classificazione segue nuovi criteri, diventa più
semplice e basato non più su limiti tabellari ma sugli esiti
delle analisi ecotossicologiche.

Importante anche la semplificazione nella gestione dei ripristini
degli arenili, soprattutto per quantità che possono ora essere
individuate come manutenzioni ordinarie annuali.

Semplificazione anche per la gestione di piccoli spostamenti
(10mila metri cubi) all’interno dei porti, finalizzati a
ripristinare la navigabilità o agevolare l’operatività portuale;
in particolare, non serviranno più analisi chimiche ma solo
analisi ecotossicologiche, che dovranno dare risultati negativi.

“Per le coste del Friuli Venezia Giulia e per le attività
portuali e turistiche in generale – sottolinea Vito – il nuovo
regolamento consentirà, una volta definiti i valori di
riferimento locali, di gestire più speditamente gli interventi di
ripristino della navigabilità dei porti e di ripascimento delle
spiagge”.

“Potrebbe anche portare – conclude l’assessore – alla
semplificazione nell’immersione in mare di sedimenti provenienti
dall’ambito lagunare e che non risultano idonei alla
movimentazione in corpo idrico”.

ARC/COM/fc

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