CINE20: recensioni ed uscite cinematografiche / home video dal 24/01/2013


Cine20 lo potete leggere tutti i giovedì ed è curata da Matteo “Weltall” Soi dalle pagine del blog weltallsworld.blogspot.com e dal blogger-seriale Kusa direttamente da lavitaenientaltro.wordpress.com. Una coppia inedita disposta a tutto pur di mettere la loro esperienza di cine-blogger e cinefili non professionisti per una rubrica alla portata di tutti, libera e accessibile, che spazia da brevi recensioni fino alle uscite home-video, senza dimenticare le doverose segnalazioni sui film in sala, il tutto corredato da un sistema di valutazione facile ed immediato. Detto questo, andiamo a cominciare.

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Al cinema e non solo.

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DJANGO UNCHAINED di Quentin Tarantino

Nel giudicare Django Unchained si rischia di incappare in tre errori madornali che sarebbe meglio evitare. Il primo: aspettarsi un film superiore a Bastardi Senza Gloria, perchè a conti fatti non lo è. E questo non è necessariamente un difetto anche perchè era difficilmente auspicabile che il Maestro raggiungesse le vette del suo progetto precedente. Ci si avvicina ma rimane comunque indietro. Il secondo: giudicare il film prima di averlo visto. E’ vero che le opinioni di pubblico e critica su Tarantino sono belle consolidate, ma il pregiudizio è una pratica che sarebbe meglio lasciare a certi registi presuntuosi. Il terzo: cercare di etichettare il film. Perchè, da che mondo è mondo, le più comuni definizioni di genere vanno strettissime ai film del buon Quentin, generalmente sempre troppo grossi e strabordanti per poter essere inclusi in qualsivoglia categoria (e “tarantiniano” non è una categoria ma una bestemmia). Questo perchè il cinema di Tarantino è una creatura famelica che si nutre della stessa materia di cui è fatta, crescendo e trasformandosi in qualcosa di nuovo, unico e (fino ad oggi) a prova d’ imitazione. Così, come Bastardi Senza Gloria nasceva da Quel Maledetto Treno Blindato di Castellari fino a diventare un riscrivere la fine della Seconda Guerra Mondiale, Django Unchained parte dallo spaghetti western di Sergio Corbucci, dal quale poi si “limita” a prendere il nome del protagonista ed il tema musicale principale, trasformando il leggendario pistolero interpretato a suo tempo da Franco Nero, in uno schiavo di colore venduto e separato dalla moglie dopo aver tentato invano la fuga dalla piantagione dove lavoravano. Liberato da un ex dentista, ora cacciatore di taglie, di origine tedesca, Django si unisce a quest’ ultimo con il quale escogita un piano per liberare la moglie dalla proprietà di Calvin Candie, negriero appassionato di combattimenti tra mandingo. Più che un western all’ italiana, comunque omaggiato in maniera più o meno diretta, ci troviamo immersi in una rievocazione storica che abbraccia la blaxploitation per raccontare una storia di schiavitù e vendetta nel profondo sud degli Stati Uniti. Il resto, e non è poco considerata la durata di quasi tre ore, è puro cinema di Tarantino, dalla scelta della colonna sonora (a volte in apparente contrasto con le atmosfere del film) ad una precisa direzione d’ attori ai quali riesce ad incollare addosso i personaggi ed i dialoghi che scrive. Qui, al solito, son tutti perfetti: dal Django di Jamie Fox al Dott. King Schulz di un immenso Christoph Waltz. Dal Calvin Candie di Leonardo Di Caprio al “negro di casa” di Samuel L. Jackson, vero personaggio infido e negativo del film. E se son tante la sequenza memorabili (quella del Ku-Klux Klan è già cult) Tarantino da sempre il meglio di se quando prende i suoi personaggi e li chiude in una stanza, magari seduti intorno ad un tavolo, inonda lo spettatore con fiumi di parole e costruisce la tensione con l’ attesa di un climax che esplode anche con violenza. Ed è proprio la violenza a tenere banco quando si tratta di Tarantino, e se il sangue scorre a fiumi, letteralmente, è altrettanto vero che tutto è perfettamente bilanciato da una precisa e puntuale vena ironica. Django Unchained, insomma, non è un film che si presta a compromessi di sorta, che può portare i detrattori ad una fulminazione sulla via di Damasco o gli estimatori ad un improvviso rigetto. E’ un cinema che ormai si ama o si odia. Prendere o lasciare. Noi prendiamo, a piene mani.
GRADIMENTO WELTALL 90%

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FRANKENWEENIE di Tim Burton

Per il suo ritorno alla stop-motion 7 anni dopo La sposa cadavere, Tim Burton riprende in mano un cortometraggio live-action girato 26 anni fa per la Disney e lo trasforma in un film d’animazione in uno sfavillante bianco e nero e in 3D,  che è al contempo sia  un omaggio ai classici dell’horror e al cinema di fantascienza anni ’50,  che un concentrato dei mondi e dei personaggi creati dal regista nel corso di tutta la sua filmografia. La vicenda del cagnolino Sparky, riportato alla vita dal suo padrone, il giovane Victor Frankenstein, che non sa rassegnarsi alla morte del suo fedele amico, viene inserita dal regista in un contesto suburbano che gli è assai familiare, da Edward Mani di Forbice in poi, popolato dai freak e dai personaggi caricaturali e simpaticamente “orridi” a cui Burton ci ha abituato sia nelle sue pellicole che nei suoi disegni. Tra loro spiccano alcuni compagni di classe, come il gobbo ed aspirante “servitore” Edgar ‘E’ Gore (si pronuncia I-gor), che per primo scopre il segreto di Victor, e la misteriosa ed inquietante Weird Girl (Stranella nella versione italiana) dalle “insolite” capacità divinatorie, ma soprattutto l’emblematica e “terribile” figura del professore di scienze, Mr.  Rzykruski,  che ha il volto di Vincent Price e  la voce (in originale)  del “burtoniano” Martin Landau, portatore peraltro del messaggio più interessante della pellicola, ovvero quello della capacità della scienza di porre domande scomode e di educare le giovani menti alla curiosità intellettuale contro l’appiattimento del conformismo. Pur se godibilissima ed eseguita con la solita maestria tecnica che ci si aspetta dal suo autore, il principale difetto di Frankenweenie pero è,   paradossalmente per l’argomento di cui tratta,  quello di sembrare una creatura un po’ artificiale: un insieme di parti della filmografia di successo di Burton,  qui citata a piene mani nei personaggi come nelle situazioni, da Edward Scissorhands a Beetlejuice fino a Mars Attacks,  e di citazioni dei classici dell’horror in bianco e nero e della fantascienza classica, che se sicuramente soddisfa i cultori dell’universo burtoniano (come il sottoscritto) e il pubblico dei cinefili, lascia comunque la sensazione di un opera minore nella sua filmografia.  Proprio come il suo piccolo e simpatico protagonista peloso e “bullonato”,  Frankenweenie finisce quindi per essere un patchwork di momenti godibili e di personaggi e sequenze che rimangono nella memoria (una su tutte l’entrata in scena di Gamera/Godzilla), che però nell’insieme non riesce a raggiungere (e forse neppure vuole farlo, in realtà)  la compiutezza delle opere più mature e riuscite dell’autore, come Edward Mani di Forbice, Nightmare Before Christmas  o Sweeney Todd, o ad avere la capacità di sfruttare tutte le potenzialità del racconto come nel caso, ad esempio,  di una pellicola d’animazione più riuscita e compiuta come il Coraline del “discepolo” burtoniano Henry Selick.
GRADIMENTO KUSA 75%

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Brevemente in sala (a cura di Weltall).

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UNA DOMENICA NOTTE di Giuseppe Marco Albano

Quante volte qui su CINE20 si è parlato di cinema di genere, riferendosi a quei piccoli film che cercano di inserirsi in un filone sfortunatamente morto e sepolto nel nostro Paese? Tante e tante, troppe volte si è rimasti delusi ed amareggiati dai risultati ma soprattutto da una situazione generale del nostro cinema che non favorisce anzi, scoraggia, certe produzioni. Il film di Albano sembra parlare proprio di questo con il suo protagonista, regista di genere frustrato, che per ovviare agli ostacoli messi da un mercato quanto ormai chiuso, decide di girarsi da se un film a bassissimo budget con un’ unica location ed un solo attore, lui stesso. E l’ orrore che si troverà intorno sarà più inquietane di quello che vuole raccontare. Solo per il soggetto merita una minima fiducia.
ATTESA WELTALL 50%

Ma proprio minima minima …
ATTESA KUSA 30%

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FLIGHT di Robert Zemeckis

Un pilota di linea effettua un atterraggio di emergenza che ha del miracoloso salvando tantissime vite e diventando agli occhi dell’ opinione pubblica un vero e proprio eroe. Dalle successive indagini però risulta che il pilota aveva assunto alcolici prima del volo. Zemeckis è uno che ci piace e non poco. Ha un curriculum lungo così di film che sarebbe vergognoso anche solo citare da quanto sono famosi, ma soprattutto si è distinto per la varietà di generi che ha trattato. Ecco perchè gli si dovrebbe concedere fiducia massima per questa sua ultima fatica ma, non so come, non so perchè, sembra noiosetta già dal trailer. Poi, chi lo sa, può pure essere il film dell’ anno ma non ci scommetterei i pantaloni.
ATTESA WELTALL 50%

Concordo con il mio collega, Zemeckis è un regista che non ha bisogno di presentazioni e che amo sin dai tempi di All’inseguimento della Pietra Verde, e se devo esser sincero mi è un po’ dispiaciuto che nell’ultimo decennio si sia dedicato esclusivamente ai film d’animazione in motion capture (tecnica che personalmente detesto), quindi non posso che salutare con gioia il suo ritorno al live-action a dodici anni di distanza da Cast Away. Per quanto riguarda il film in sè,  Denzel Washington è uno degli attori i cui film vedo sempre con piacere, e anche se qui effettivamente si potrebbe cadere facilmente nel già visto con una classica storia di dipendenza e susseguente percorso di perdizione e redenzione,  mi fido comunque del regista perciò le mie aspettative rimangono buone. E poi chiamatemi scemo ma a me la co-protagonista che occhieggia dal manifesto, ovvero Kelly Reilly, piace sin dai tempi in cui interpretava l’ inglesina ne L’appartamento Spagnolo.
ATTESA KUSA 70%

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IN DARKNESS di Agnieszka Holland

Produzione polacca, tedesca e canadese, In Darkness racconta di come il protagonista, tale Leopold Socha operaio delle fogne della cittadina di Lvov, in cambio di denaro aiuti un gruppo di ebrei a mettersi in salvo dalle persecuzioni naziste, nei cunicoli sotto la città, finendo poi per redimersi mettendo a rischio anche la sua stessa vita per aiutare e proteggere quelle persone. Film che trattano questi argomenti e che raccontano alcune delle pagine più scure della nostra Storia recente, ce ne sono tanti ed il fatto che se ne continuano a fare credo dipenda dal fatto che esistono tante sfaccettature che il cinema può raccontare. In Darkness tra l’ altro è tra i candidati all’ Oscar per il miglior film straniero quindi speriamo che il film sia davvero valido e che l’ Academy non si sia fatta bidonare cercando, di riflesso, di bidonare anche a noi.
ATTESA WELTALL 60%

Vero, esistono molte sfaccettature, ma non è detto che poi ci debbano interessare proprio tutte tutte. In questo caso io passo.
ATTESA KUSA 0%

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FUKUSHAME: IL GIAPPONE PERDUTO di Alessandro Tesei

A meno che non si sia vissuto gli ultimi due anni con al testa ficcata in un secchio, mi pare difficile immaginare qualcuno che, già dal titolo, non immagina di che parla questo film: terremoto in Giappone, vi dice niente? Tsunami? Fukushima? Nulla? Ok. Il documentario del fotoreporter Alessandro Tesei è incentrato proprio su questi argomenti ma sopratutto sullo sfiorato disastro della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata a seguito del violento terremoto. Considerato quanto l’ argomento “nucleare” sia diventato affare spinoso da trattare anche qui da noi a seguito di quei tragici avvenimenti, non si può sminuire di certo l’ importanza di un documentario come questo. Se sia il caso di vederlo al cinema, quello è tutto un altro discorso.
ATTESA WELTALL 50%

Ultimamente ho notato quanto sia sempre più interessato alle opere di fantasia ambientate nel passato o nel futuro che non a quelle che riguardano la stretta attualità. Figuriamoci quindi quale possa essere il mio interesse per un documentario d’attualità come questo. E per di più lontano dal comodo divano di casa.
ATTESA KUSA 0%

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LINCOLN di Steven Spielberg

E qui si tocca il cuore di tanti cinefili. Perchè, se Zemeckis ci piace, Spielberg è come un padre. Voglio dire, con i suoi film ci siamo cresciuti e a rivederli oggi quasi non sono invecchiati. Almeno, non quanto siamo invecchiati noi. E ne ha superate di sfide “cinematografiche” il buono Steven nel corso degli anni: ci ha fatto credere che lo spazio è abitato da creature amichevoli. Ha reso l’ archeologia un avventura. Ha portato in vita i dinosauri. Ha raccontato l’ olocausto e la guerra. Tra le altre cose, ma elencarle tutte non serve. Ora si confronta con la figura leggendaria del presidente Abramo Lincoln, l’ uomo le cui azioni diedero una nuova direzione agli Stati Uniti. E c’è Daniel Day-Lewis, santo cielo. Dovrebbe bastare anche solo questo a convincervi.
ATTESA WELTALL 90%

Ok, piccola confessione,  caro collega: con Spielberg ho da sempre un rapporto di amore ed odio, ovvero se da una parte ne riconosco l’innegabile capacità di raccontare storie e di trasmettere emozioni per immagini, e mi piace la sua idea di cinema “classico” e umanista, concetto ormai (purtroppo) perduto nella maggior parte delle pellicole in circolazione, dall’altra penso che spesso tenda a perdere il senso della misura del racconto, col risultato di pellicole inutilmente lunghe, e sono fermamente convinto che non sia portato per tutti i generi malgrado ne abbia esplorati parecchi. Sono però altrettanto certo che sia nelle sue corde una storia come quella di “Abe” Lincoln, uno dei presidenti statunitensi che più ha segnato la storia del proprio paese, e in particolare il racconto della sua lotta per far passare l’emendamento che cambiò il volto di una nazione, ovvero quello che abolì la schiavitù. Un’altra grande qualità che non si può negare a Spielberg è certamente quella della cura nella scelta del cast, che, come in questo caso, va ben oltre al celebrato e sicuro premio Oscar Daniel Day-Lewis nel ruolo del protagonista, ma annovera in ruoli più o meno secondari attori ed attrici di vaglia come Sally Field, Tommy Lee Jones,  David Strathaim, Joseph Gordon-Lewitt, John Hawkes, Jackie Earle Haley e  James Spader.
ATTESA KUSA 85%

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PAZZE DI ME di Fausto Brizzi

E’ la nuova commedia di Fausto Brizzi e ditemi voi come si fa a scrivere della nuova commedia di Fausto Brizzi dopo che si scritto del nuovo film di Spielberg. E va bé, facciamo i bravi: la nuova commedia di Fausto Brizzi racconta di Andrea, ragazzo cresciuto con madre, tre sorelle, nonna e relativa badante, dopo che il padre ha abbandonato al famiglia quando lui era ancora piccolo. Difficile vivere con tante donne per casa ma soprattutto trovare una fidanzata che sopravviva a questa ingombrante e numerosa presenza femminile nella sua vita. Così, quando conosce Giulia, Andrea fa finta di essere orfano e…dai, che avete capito come va a finire.
ATTESA WELTALL 0%

Ok, allora lo dico io: ma come,  Brizzi dopo Spielberg? Come direbbe il grande Totò, ma mi faccia il piacere !!!
ATTESA KUSA 0%

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QUARTET di Dustin Hoffman

Dopo aver dato tanto (magari non proprio negli ultimi tempi) alla settima arte come attore, all’ età di settantacinque anni Dustin Hoffman esordisce alla regia con un film che, chi ha avuto il piacere di vederlo all’ ultimo Festival di Torino, ha trovato quanto meno sorprendente. Un mix di comicità e malinconia che si trasmette direttamente dalla storia di tre anziani cantanti lirici nella casa di riposo Beecham House, dove è atteso l’ arrivo di una nuova ospite mentre fervono i preparativi per un concerto. E la nuova ospite si rivela essere la quarta componente del quartetto, nonchè ex moglie di uno dei tre, che anni addietro decise di intraprendere la carriera da solista.
ATTESA WELTALL 70%

Non so come mai, ma sono sempre stato attirato da queste commedie da “terza età alla riscossa”, per il senso di vitalità che riescono a trasmettere, come il gustosissimo Calendar Girls di cui ho ancora un bellissimo ricordo. Qui come storia ed ambientazione siamo in territori completamente diversi, ovviamente, ma questo Quartet per me vale il prezzo del biglietto solo per rivedere in azione sul grande schermo una grandissima attrice come Maggie Smith, che nel mondo delle serie sta facendo letteralmente faville con il ruolo di Lady Violet in quel gioiellino della tv british che è Downton Abbey. E poi come faceva notare il mio collega, c’è un grande del cinema come Dustin Hoffman che, come i protagonisti del suo film, alla sua tenera età si cimenta con qualcosa per lui nuovo come la regia.
ATTESA KUSA 65%

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Consigli per gli acquisti.

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bournelegacyTHE BOURNE LEGACY (DVD e BD già disponibili dal 23/01/13)

Questa è una settimana in cui escono in home video seguiti di cui forse ci importa poco o nulla. E cominciamo con il quarto capitolo della saga di Jason Bourne, solo che non c’è Jason Bourne ma un altro, interpretato da Jeremy Renner. Gli amanti del genere potrebbero anche gradire ma sappiate che l’ edizione più completa è quella in Bluray.
* DVD * VIDEO: 2.35:1 anamorfico – AUDIO: Ita / Ing / Rus / Spa DTS 5.1 – SOTT: Ing non udenti / Ita / Spa / Por / Rum / Est / Lit / Let – EXTRA: n.d. – REGIONE: 2
ACQUISTO: CONSIGLIATO CON RISERVA
* BLURAY * VIDEO: 2.40:1 anamorfico 1080p – AUDIO: Ita / Fra / Spa / Ted / Hin DTS 5.1, Ing DTS HD 5.1 – SOTT: Ing non udenti / Fra / Ita / Ted / Spa / Can / Dan / Ola / Fin / Isl / Cor / Por / Sve / Man / Hin / Ara – EXTRA: Scene eliminate, Il ritorno di Bourne, Le location, Bersagli in movimento – ZONA: B
ACQUISTO: CONSIGLIATO (se non potete fare a meno di Jeremy Renner)

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RE retributionRESIDENT EVIL : RETRIBUTION
(DVD e BD già disponibili dal 23/01/13)

Ed ecco il secondo seguito della settimana di cui forse si poteva fare a meno (nonostante l’ infinita simpatia per Paul W.S. Anderson), l’ ultimo capitolo della saga cinematografica di Resident Evil per la quale la Sony fa le cose in grande: edizione in DVD, in Bluray e pure una in 3D, alla quale rinunciamo senza pentirci.
* DVD * VIDEO: 2.40.1 anamorfico – AUDIO: Inglese non vedenti Dolby Surround 2.0, Ita / Ing Dolby Digital 5.1 – SOTT: Ita / Ing / Ing non udenti / Dan / Fin / Hin / Nor / Ola / Sve – EXTRA: Errori sul set, Le creature di Retribution, Commenti audio – REGIONE: 2
ACQUISTO: CONSIGLIATO CON RISERVA
* BLURAY * VIDEO: 2.40:1 anamorfico – AUDIO: Cat Dolby Digital 5.1, Ita / Ing / Spa DTS HD 5.1 – SOTT: Ita / Ing / Spa – EXTRA: Errori sul set, Le creature di Retribution, Commenti audio, Scene eliminate ed estese, 6 filmati dietro le quinte, Progetto Alice – Database interattivo – ZONA: B
ACQUISTO: CONSIGLIATO (se amate vedere Milla prendere a pizze in faccia gli zombi)
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