Ciotti a “Vicino Lontano”: prima riforma le coscienze

Vicino Lontano 2014 - Inaugurazione
‘Il vero scoglio in questo Paese non sono le mafie ma la ‘mafiosità’, intesa come una cultura mafiosa diffusa. E la prima riforma di cui ha bisogno l’Italia è quella delle coscienze”. Lo ha dichiarato oggi a Udine don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera. Ospite stamani del festival Vicino/Lontano per l’incontro ”Il piacere della legalità? Mondi a confronto”, il sacerdote ha sottolineato che la ”priorità assoluta è liberare il Paese da uno stato di incoscienza e da un pensiero distorto, un senso della legalità malleabile”. Introdotto da don Pierluigi Di Piazza, responsabile del centro di accoglienza ”E. Balducci” di Zugliano (Udine), don Ciotti, davanti a una platea di studenti e insegnanti, ha rimarcato come ”le parole fondamentali, ancora prima che legalità, debbano essere responsabilità e uguaglianza. La legalità non è altro che uno strumento per raggiungere il nostro vero obiettivo: la giustizia, fatta di prossimità e di una robusta cultura della responsabilità”. Durante l’incontro, parte di un progetto nelle scuole che quest’anno ha raggiunto la settima edizione, il sacerdote ha spronato i ragazzi ad ”abbracciare questo senso di responsabilità. Perché non basta commuoversi ma bisogna muoversi. Di più, tutti”. Va assottigliata, secondo Ciotti, la distanza fra il pensiero e l’atto pratico: ”Non è sufficiente indignarsi; l’indignazione ormai è divenuta quasi una moda. La vita ci affida un altro compito: impegnare la nostra libertà – ha concluso – per liberare chi libero non è”