Giuseppe Conte martedì mattina al Quirinale per dimettersi

Martedì 26 gennaio Conte si recherà al Quirinale per dimettersi. L’ufficializzazione durante il consiglio dei ministri.  Domani alle 9 Conte comunicherà ai suoi Ministri l’intenzione di dimettersi in Consiglio dei ministri, poi verso le 11.30 si recherà al Quirinale e formalizzerà la decisione nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella. La nota ufficiale di Palazzo Chigi è stata diffusa lunedì sera alle 19.20. Seguiranno consultazioni-lampo con le forze politiche, dal reincarico al premier uscente per un “ter”, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere.

Di fronte alla situazione che vive il Paese a causa della pandemia e alla necessità di trovare i rimedi più adeguati per farvi fronte sul piano sanitario, economico e sociale, fare presto sarà l’imperativo che orienterà l’azione del Presidente della Repubblica e che ribadirà nelle consultazioni, che saranno approfondite ma rapide. Potrebbero iniziare mercoledì pomeriggio o essere concentrate nella sola giornata di giovedì.

Mercoledì mattina infatti al Quirinale sono in programma le celebrazioni per il ‘Giorno della memoria’; occorre tener conto dei tempi tecnici legati alla formazione delle varie delegazioni; e soprattutto sarà necessario predisporre tutta una serie di precauzioni legate all’emergenza sanitaria.

Ai suoi interlocutori Mattarella naturalmente non ha da proporre nessuna soluzione auspicata o auspicabile, ma soltanto da ricordare il metodo che guida le sue valutazioni e le sue scelte: il Paese sempre, e soprattutto in questo frangente, ha bisogno di un governo che poggi su una maggioranza parlamentare chiara e basata su un solido accordo politico. Da questa premessa derivano tutte le altre decisioni relative alle formule politiche, al tipo di gabinetto, al conferimento dell’incarico, alla scelta dei ministri, naturalmente nel rispetto delle proprie prerogative, di quelle del presidente del Consiglio e del Gruppi parlamentari.

Solamente dopo aver ascoltato i rappresentanti delle forze politiche e delle componenti parlamentari, Mattarella capirà se ci saranno gli spazi per un pre-incarico o un incarico pieno che possa poi portare ad un Conte ter, sostenuto da una riedizione dell’attuale maggioranza, con gli stessi partiti e/o con altre formazioni.

Se invece risultasse impossibile la permanenza a palazzo Chigi dell’attuale inquilino, è chiaro che si aprirebbero gli altri scenari legati ad un cambio di premier ma non dell’attuale coalizione; alla creazione di un governo sostenuto dalla cosiddetta ‘maggioranza Ursula’; ad un esecutivo di larghe intese o di unità nazionale.