Il vicegovernatore in visita a Casa Ieralla a Padriciano (Ts)
Padriciano (Ts), 26 lug – Il vicegovernatore e assessore alla Salute ha fatto visita oggi a Padriciano, nel Carso triestino, alla residenza per anziani Casa “Livia Ieralla”, dopo aver preso parte alla Santa Messa celebrata dal vescovo mons. Giampaolo Crepaldi in occasione della ricorrenza dei Santi patroni Gioacchino ed Anna.
Accompagnato dal presidente Pier Giorgio Luccarini e dal direttore Matteo Sabini, il vicegovernatore ha visitato la struttura, che ha recentemente riaperto agli ospiti, di proprietà della diocesi di Trieste e che porta il nome della moglie di Vittorio Ieralla, primo presidente dell’Ente nazionale sordi che edificò la casa.
L’edificio fu eretto negli anni 1975-1976 e finanziato in parte con i fondi ricavati dalla vendita dell’Istituto professionale per i sordomuti; negli anni 1999-2006 il complesso, per iniziativa della diocesi e grazie al sostegno finanziario della Regione, è stato completamente ristrutturato ed ampliato sulla base degli standard per le strutture protette per anziani non autosufficienti, portandone la capienza a 112 posti-letto. Nel 2009 la Regione, con un atto di cessione gratuita ha trasferito alla diocesi di Trieste la proprietà dell’immobile, con il vincolo perpetuo di destinazione a struttura socio-assistenziale a favore degli anziani non autosufficienti.
La visita è stata l’occasione per il vicegovernatore per un bilancio sul periodo appena trascorso in cui è stata affrontata la fase più acuta della pandemia, che – ha rimarcato l’esponente della Giunta – non è ancora conclusa.
Rivolgendo un pensiero di cordoglio agli ospiti colpiti dal coronavirus e ai familiari, oltre che il proprio ringraziamento a tutti coloro che a vario titolo hanno combattuto la battaglia per il contenimento del Covid-19 – che, in particolare a Casa Ieralla, ha colpito in modo meno grave rispetto ad altre strutture – il vicegovernatoire ha rinnovato l’impegno della Regione ad una revisione del sistema volta a far sì che le strutture per anziani diventino sempre di più luoghi di vita e non di sofferenza, impostate su modelli organizzativi capaci di dare risposte ai reali bisogni di salute, spostando il baricentro da una errata impostazione ospedalecentrica.
L’imperativo, ha osservato il vicegovernatore, è fare tesoro di questa esperienza e continuare a lavorare per la sicurezza e il benessere delle persone più fragili. ARC/EP
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