Firmato protocollo “Sicurezza Partecipata” a Udine

Firmato il protocollo della “Sicurezza Partecipata”, le dichiarazioni del Sindaco De Toni, del Vicesindaco Venanzi e dell’Assessora Toffano

Udine punta anche sui cittadini per ampliare il senso di sicurezza e di benessere della città. Questo è quanto prevede in estrema sintesi il protocollo, appena approvato dalla Giunta comunale e in firma presso la Prefettura lunedì prossimo, che delinea le basi del progetto “Sicurezza Partecipata”. Il piano prevede di fatto un allargamento della possibilità di segnalazione alle forze dell’ordine di alcune situazioni specifiche, senza carattere d’urgenza, grazie al coinvolgimentodi cittadine e cittadini appositamente selezionati e preparati.

“L’approvazione del protocollo della “Sicurezza Partecipata è una tappa molto importante per la nostra città, frutto di un lavoro corale che ci ha visti molto impegnati negli scorsi mesi, sin dal primo giorno dal nostro insediamento. Riteniamo – ha commentato l’Assessora alla Sicurezza Partecipata Rosi Toffano – che la partecipazione dei cittadini sia la risposta più concreta ed efficace alla sempre crescente sensibilità sul tema della sicurezza, soprattutto nei quartieri. Per questo motivo sono necessari ruoli definiti e regole chiare, che il protocollo certamente contiene”, spiega l’Assessora Toffano.

All’interno del documento, un protocollo siglato con la Prefettura, sono esplicati l’ambito d’azione dei cittadini e le figure preposte alla “Sicurezza partecipata”. All’attività di osservazione dei quartieri saranno deputati i cittadini e le cittadine referenti che si occuperanno di segnalare, tramite i canali previsti, alcuni casi specifici, in ogni caso senza la possibilità di intervenire con iniziative personali.

Il servizio non intende sostituirsi al numero di emergenza unico che deve essere sempre il primo riferimento in caso di urgenza.

Il ruolo di osservazione e segnalazione è limitato solo a casi di sospetto spaccio di sostanze stupefacenti o di bullismo, a situazioni di disturbo della quiete pubblica, davanti ad atti vandalici o presunto utilizzo indebito di spazio pubblico, come anche di fronte a ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione o a veicoli che si sospettano rubati. In questi ambiti i Referenti di quartiere potranno riferire ai Coordinatori di quartiere, figure individuate tra i referenti, ai quali spettano i rapporti con i responsabili dalla Polizia Locale, delle forze di Polizia di Stato, del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, o del Comando provinciale della Guardia di Finanza.

“Sia i Referenti che i Coordinatori previsti dal protocollo saranno sottoposti a un’adeguata formazione, in modo da poter discernerecosa segnalare e come procedere nei casi opportuni”, ha spiegato Toffano. “Questo è fondamentale per fare in modo che i dovuti approfondimenti sulle singole casistiche si rivelino fruttuosi e si traducano in un effettivo vantaggio per la sicurezza e il benessere dei cittadini”. “Non è concesso – chiarisce in conclusione l’Assessora – che il ruolo dei cittadini sconfini in alcuna forma di pattugliamento, né collettivo né individuale. Questo anche per garantire la sicurezza di tutti”.

I cittadini e le cittadine referenti saranno selezionati da una commissione ad hoc composta dal Comandante della Polizia locale, dall’ufficiale responsabile dei quartieri e da uno psicologo nominato dall’Amministrazione comunale. Dopo essere stati selezionati, prenderanno parte a un approfondito corso di formazione, al termine del quale è prevista una prova conclusiva, che attesterà l’effettiva conoscenza dei compiti che sono chiamati a svolgere e la loro idoneità.

Il progetto di “Sicurezza Partecipata” prenderà ufficialmente il via quando anche il documento con le indicazioni operative (il vademecum) sarà approvato, insieme all’Avviso di selezione della Polizia locale rivolto ai cittadini. Dopo la partenza effettiva del progetto, il protocollo sarà oggetto di un periodo di sperimentazione di sei mesi, al termine dei quali verranno analizzati i dati e saranno valutate eventuali modifiche o aggiunte migliorative.

Il Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni:  “L’operazione di oggi si inserisce in un contesto di partecipazione alla sicurezza da parte dei cittadini e di maggiore dialogo fra l’amministrazione comunale e i nostri quartieri. Grazie a questo protocollo i cittadini assumono un ruolo attivo per il contrasto al degrado urbano e all’illegalità del loro quartiere. Chiunque può partecipare al miglioramento della propria città, del proprio quartiere, della propria strada, in poche parole della propria qualità della vita. 

L’obiettivo è di aumentare la possibilità di osservazione dei casi che possono essere potenzialmente pericolosi e segnalarli tempestivamente alla polizia locale. L’attività insieme ai cittadini, che saranno selezionati con criteri specifici e adeguatamente formati, si inserisce nel contesto di sviluppo del decentramento e l’invito alla partecipazione. Presto infatti proseguiremo con sette assunzioni di personale della polizia locale, destinate proprio al presidio dei quartieri udinesi”.

Il Vicesindaco e Assessore alla Polizia Locale Alessandro Venanzi: “La firma sul protocollo di Sicurezza Partecipata è la prima tappa importante di un percorso che punta a rendere le cittadine e i cittadini di Udine un punto di contatto fondamentale tra le forze di polizia che si garantiscono la sicurezza pubblica e il territorio. 

Abbiamo lavorato fin da subito assieme al Prefetto Domenico Lione per la creazione di un protocollo senza preconcetti ideologici, ma con un deciso spirito pragmatico, che mettesse in primo piano la sicurezza dei cittadini e il loro benessere, a partire dai quartieri che sono il vero cuore pulsante della nostra città”.

L’Assessora alla Sicurezza partecipata Rosi Toffano: “È il principio di solidarietà a dettare le linee del protocollo firmato oggi presso gli Uffici del Governo. Abbiamo lavorato a fondo sin dal primo giorno del nostro mandato con il fine di creare uno strumento che potesse aumentare il senso di sicurezza dei cittadini e allo stesso tempo renderli partecipi in prima persona come punto di collegamento nei quartieri. La solidarietà porta alla creazione di reti tra cittadini con interessi e responsabilità comuni. 

Un protocollo di questo tipo è una realtà in diverse città italiane ed europee, ma rappresenta un’assoluta novità sul territorio del Friuli Venezia-Giulia. Si tratta infatti di un documento sviluppato dal principio su un’idea di decentramento che si sovrappone perfettamente con la città di Udine”.