Il patto di Claudia Weber vince il Premio Friuli Storia

Le vicende dell’Est Europa, ormai da mesi al centro delle cronache quotidiane a causa della guerra
in Ucraina, diventano protagoniste anche al Friuli Storia. Ad aggiudicarsi la nona edizione del Premio
è infatti Claudia Weber con Il patto. Stalin, Hitler e la storia di un’alleanza mortale. 1939-1941, Einaudi, 2021.


Un volume dedicato a uno dei più straordinari colpi di scena della storia diplomatica del XX secolo: il
patto di non aggressione tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica dell’agosto del 1939. Un patto che
ebbe terribili conseguenze per l’Europa orientale e soprattutto per ebrei, polacchi e ucraini, a causa della
politica demografica e di reinsediamento della popolazione in base all’appartenenza etnica condotta
dalle due potenze. Temi che aiutano a comprendere meglio la complessità e le contrapposizioni odierne
nell’Est Europa e che non hanno mancato di appassionare i 550 lettori – provenienti da tutta Italia e
anche dall’estero – della giuria popolare che ogni anno decreta il vincitore del Premio.
Claudia Weber è docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Europa-Universität Viadrina di
Francoforte sull’Oder. Il volume di Claudia Weber ha ricevuto 180 voti, un solo voto in più rispetto al
volume di Paolo Macry (Storie di fuoco. Patrioti, militanti, terroristi, Il Mulino, 2021), che si è aggiudicato il
secondo posto con 179 voti. Il volume di Gianluca Falanga (La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo
nella Guerra Fredda, Carocci, 2021) ha ricevuto invece 126 voti.
In nove anni, un compendio di Storia contemporanea
Si conferma così la grande varietà dei temi premiati al Friuli Storia, che negli anni ha visto
protagonista l’intero arco temporale della Storia contemporanea: si è spaziato infatti dalla storia del
Risorgimento (ottava edizione, con Jacopo Lorenzini, L’elmo di Scipio. Storie del Risorgimento in uniforme,
Salerno Editrice, 2020) a quella degli anni di piombo (terza edizione, con Vladimiro Satta, I nemici della
Repubblica. Storia degli anni di piombo, Rizzoli, 2016). Nel mezzo sono state esplorate le vicende legate al
primo e al secondo conflitto mondiale: vincitore della quinta edizione è stato Marco Mondini con Il
Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna, Il Mulino, 2017, mentre nella sesta edizione Raoul Pupo
ha trionfato con il suo saggio Fiume città di passione, Laterza, 2018; il rapporto tra Mussolini e il Vaticano
(con Lucia Ceci, L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini, Laterza, 2013) e la campagna di
Russia (con Maria Teresa Giusti, La campagna di Russia. 1941-1943, Il Mulino 2016) sono invece stati al
centro rispettivamente della prima e della quarta edizione. Non solo storia italiana. Fin dall’inizio non
è mancato un occhio di riguardo per le vicende europee ed internazionali, come testimoniato dal
vincitore della seconda edizione (Leonardo Campus, I sei giorni che sconvolsero il mondo. La crisi dei missili di
Cuba e le sue percezioni internazionali, Le Monnier, 2014) e dal volume che si è aggiudicato la settima
edizione, indagando i fenomeni di collaborazionismo e resistenza nell’Europa occupata dalla Germania
nazista (Istvan Deak Europa a processo. Collaborazione, resistenza e giustizia fra guerra e dopoguerra, Il Mulino,
2019). Insomma, in nove anni un vero e proprio compendio di Storia contemporanea.
La cerimonia di premiazione
I temi del rapporto tra storia e politica saranno al centro anche della cerimonia di premiazione, che
si terrà martedì 6 settembre alle 18.30, nella cornice di palazzo Garzolini di Toppo Wassermann a Udine
(via Gemona 92). Durante la serata, i tre finalisti dialogheranno assieme al giornalista e conduttore
televisivo Massimo Bernardini, affrontando il tema “Le forze della storia: passione, ideologia e politica”.
La serata sarà anche l’occasione per ricordare il Presidente di Friuli Storia, Giulio Giustiniani, mancato
dopo una breve malattia il 28 agosto. L’accesso è libero fino ad esaurimento posti.
La procedura di assegnazione
Mentre tutti sembrano dare per scontata la progressiva scomparsa della lettura, il Premio Friuli Storia
ha scommesso sul coinvolgimento di nuovi lettori e appassionati. Una scommessa che quest’anno può
dirsi del tutto vinta, visto il numero record di partecipanti alla giuria, ben 550, tra cui 100 studenti
dell’Università di Udine. Sono stati proprio questi lettori “comuni” a decretare il vincitore.
L’assegnazione del Premio, infatti, avviene attraverso un peculiare processo di votazione in due fasi. In
un primo momento, la giuria scientifica composta da Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli
della Loggia, Ilaria Pavan, Paolo Pezzino, Tommaso Piffer, Silvio Pons, Andrea Possieri e Andrea
Zannini seleziona una rosa di tre finalisti tra le opere candidate dagli editori. Invece, nella seconda fase
una giuria popolare stabilisce il vincitore votando online, dopo aver ricevuto gratuitamente a casa i
volumi finalisti.
La giuria popolare di 550 lettori
La crescita della giuria del Premio è stata possibile grazie a nuove collaborazioni sul territorio. Dopo
la sperimentazione dell’anno scorso, nel 2022 sono dieci i comuni del Friuli Venezia Giulia che hanno
partecipato al Premio Friuli Storia, grazie al prezioso tramite di Anci Fvg. Si tratta di Aquileia, Cassacco,
Chions, Montenars, Palmanova, Pavia di Udine, Porcia, Ragogna, Tricesimo e Udine. Sono stati ben
100 i lettori delle rispettive biblioteche comunali che hanno preso parte alla giuria popolare del Premio.
Al tempo stesso, grazie al sostegno del Rotary club di Udine, per la nona edizione sono stati aggiunti
50 posti nella giuria riservati agli studenti dell’Università di Udine.
Il Premio Friuli Storia è realizzato con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia, della
Fondazione Friuli, del Comune di Udine, di Poste Italiane S.p.A.. Ai sostenitori storici si aggiunge
quest’anno Banca di Udine, a testimonianza ancora una volta del sempre maggior radicamento del
Premio sul suo territorio di riferimento.