In Fvg aumentano controversie del lavoro e cause per fallimenti

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E’ un sì convinto quello della Cisl Fvg all’arbitrato, strumento di conciliazione a tutela del lavoratore e di cui si è discusso stamani a Palmanova nel corso di un incontro-dibattito seguitissimo con i senatori Maurizio Castro e Tiziano Treu e il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini.
“La riforma della conciliazione e l’introduzione legislativa dell’arbitrato – ha esordito il segretario regionale, Giovanni Fania – risulta necessaria per superare un sistema in cui le procedure obbligatorie di conciliazione si trasformano spesso in prassi burocratiche lunghe ed onerose”. “L’arbitrato – aggiunge – da lasciare alla libera scelta del lavoratore rappresenta una preziosa tutela in più ”.
L’obiettivo della legge di riforma – che dovrebbe concludere il suo iter secondo stime plausibili il prossimo primo luglio – è stato ricordato da Castro, assieme ai passaggi tra Senato e Camera, alimentati da un dibattito spesso “elusivo” nella sostanza: valorizzare quella coesione sociale che le vicende della crisi hanno evidenziato come un “plus competitivo”. E se per il senatore Tiziano Treu l’arbitrato, pur se “non sanerà i guasti di una giustizia del lavoro che in Italia non funziona” andrà a risolvere in modo veloce ed informare le controversie nate sul posto di lavoro, è sul tema della coesione sociale e sulla valorizzazione delle parti che torna il segretario confederale della Cisl, Giorgio santini, convinto che “la via maestra debba essere quella di costruire, a sostegno della tutela dei lavoratori, soluzioni di coesione sociale attraverso la contrattazione, sia sui problemi generali come la crisi e la perdita del posto di lavoro, sia sulle questioni particolari come le controversie”.
Controversie che anche in Friuli-Venezia Giulia stanno sensibilmente aumentando, segno di una crisi che sta colpendo pesantemente il mondo dell’occupazione.
Nel triennio 2007-2009 – stando ai dati (per difetto) degli uffici vertenze della Cisl Fvg – si sarebbe registrato un aumento esponenziale delle vertenze instaurate, passate da 845 a 1.355 per un totale di 3.091 procedimenti attivati su tutto il territorio regionale con punte su Udine, Gorizia e l’Alto Friuli. Sono questi ultimi tre territori a segnare la crescita più netta di vertenze con Udine che da 411 rimbalza a 604 e Gorizia e l’Alto Friuli che registrano rispettivamente 61 e 62 attivazioni in più sul 2008, passando – la prima – da 94 a 155 e – il secondo – da 179 a 241. Per quanto riguarda, poi, l’isontino vanno aggiunti i procedimenti su Monfalcone, slittati dai 55 del 2008 ai 66 dello scorso anno. Situazione, invece, leggermente in controtendenza per Pordenone, che registra un calo costante del numero di vertenze attivate – da 168 a 152 a 106 – mentre Trieste, pur avendo riavviato in modo sistematico soltanto a maggio del 2009 l’attività dell’ufficio vertenze, vede già 183 pratiche. A questi numeri vanno poi aggiunti quelli delle cause per fallimento ed altre procedure concorsuali: ben 755 nel triennio di riferimento. In particolare, queste ultime sarebbero quasi raddoppiate dal 2008 al 2009, passando da 172 a 317, seguendo, sotto il profilo delle dinamiche territoriali, lo stesso trend delle controversie di lavoro,con le punte di Udine e Gorizia, ma con Pordenone che, anziché diminuire, pressochè raddoppia le pratiche.
“Siamo di fronte ad una situazione dettata dalla crisi – spiega il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania – ed amplificata dai numerosi fallimenti aziendali che stanno minando il nostro tessuto produttivo e l’occupazione”. “Fattori – aggiunge – che esasperano le tensioni e che sfociano in vere e proprie controversie”.

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