L’attore Alessandro Preziosi a Spilimbergo per “Le Giornate della Luce”. Mercoledì 9 giugno

 Prosegue tra Spilimbergo e le altre località coinvolte, la settima edizione del festival “Le Giornate della Luce”, ideato e curato da Gloria De Antoni e Donato Guerra. Mercoledì 9 giugno alle 20.30, atteso al cinema Miotto di Spilimbergo, per gli incontri di 8 1?2, l’attore Alessandro Preziosi. Converserà assieme a Laura Delli Colli, Tommaso Mattei e Maura Morales Bergmann. A seguire, in collaborazione con Archivio Luce, il documentario “La legge del Terremoto”: un viaggio visivo, storico, ma soprattutto emotivo dentro a uno dei cuori della storia fisica e psichica del nostro paese, i terremoti. Alessandro Preziosi, che cura regia e dà voce e presenza d’attore al film, è stato giovanissimo testimone del sisma in Irpinia, nel 1980. Il suo viaggio ci porta nel Belice, colpito nel 1968, e in Friuli, ad Assisi, l’Aquila, Amatrice. Con eccezionali documenti d’archivio e importanti testimonianze, il film disegna una mappa sorprendente di qualcosa che ci tocca da sempre, nel profondo.

In Italia non c’è un momento in cui potresti permetterti di non pensare ad un terremoto. Perché’ sarebbe come non curarsi a sufficienza degli imprevisti. La principale caratteristica dell’imprevisto è che si presenta senza nessun preavviso, senza essere preceduto da nessun sintomo minimamente percettibile. L’imprevisto è l’improvviso che palesa le nostre debolezze, rimaste a quel punto senza nessuna difesa. A pensarci bene, i terremoti italiani avvenuti e quelli che inevitabilmente avverranno, sono il disvelarsi di un popolo e della sua storia. La distruzione improvvisa fa cadere il velo della quotidianità’, protettrice di ogni tranquillità. Pochi secondi, e una terra che trema e sussulta riporta al momento del parto, quando uscendo dal ventre di una madre si subisce del primo respiro nel mondo. Questo sconosciuto. Da quel momento, e dopo lunghi nove mesi, tutto diventa nuovo. Perché’, in realtà, venire al mondo non è nascere, ma risorgere a cosa nuova. L’Italia questo lo sa bene, e da secoli aspetta con una memoria latente ma pronta a riaffiorare, la legge esistenziale più nota ai suoi figli. È una legge nota a uomini illustri e meno illustri, e una legge che ferisce persone e opere d’arte. È una legge che si impone. È la legge del terremoto.

Assegnato ieri sera il Quarzo di Spilimbergo Short Lights: Vincitore The Last Children in Paradise di Anna Roller, un film che affronta il tema della crescita e dell’educazione alla vita con delicatezza, ma senza mai edulcorarne l’asprezza. In questa cornice la direzione della fotografia si distingue per la misura e l’armonia con la quale restituisce un mondo e la sua atmosfera e, attraverso un lavoro di prossimità ai personaggi, ne interpreta lo sguardo.

I cortometraggi in competizione sono una selezione delle opere premiate nelle ultime tre edizioni del festival Ca’ Foscari Short Film Festival, che sono state giudicate da una giuria composta dal regista Giancarlo Soldi (presidente), dal critico cinematografico Luca Pacilio, la direttrice artistica del Festival Amarcort Simona Meriggi e da Alessandro Loprieno, fondatore e CEO della piattaforma WeShort.

Iniziano anche le proiezioni dei film in concorso quest’anno per Il Quarzo di Spilimbergo-Light Award, assegnato alla migliore fotografia di un film italiano dell’ultima stagione.  I tre autori della fotografia finalisti sono Matteo Cocco per Volevo nascondermi (di Giorgio Diritti), Crystel Fournier per Miss Marx (di Susanna Nicchiarelli) e Sandro Chessa per Assandira (di Salvatore Mereu).

Mercoledì 9 giugno alle 20.30 al Cinema Manzoni di Maniago il film finalista “Volevo nascondermi” (2020), in collaborazione con il Comune di Maniago e Cineforum Maniaghese. Antonio è figlio di emigranti. Dopo la morte della madre viene affidato ad una coppia svizzero-tedesca ma i suoi problemi psi- cofisici lo porteranno all’espulsione. Viene mandato a Gualtieri in Emilia, luogo di cui è originario l’uomo che è ufficialmente suo padre. Qui vive per anni in estrema povertà sulle rive del Po fino a quando lo scultore Renato Marino Mazzacurati lo indirizza allo sviluppo delle sue naturali doti di pittore. Il film è un biopic intenso che racconta la ricerca di senso di un uomo apparentemente abbandonato da tutto e da tutti che trova finalmente un modo per riuscire a esprimere il suo sfavillante mondo interiore con il disegno e l’arte figurativa.

Sempre mercoledì 9 giugno alle 18 in Sala Degan alla Biblioteca civica di Pordenone – in collaborazione con Assessorato alla Cultura di Pordenone e Biblioteca civica di Pordenone – la presentazione di “Romanzo di vita vera. La regina del circo” (Baldini+Castoldi) di Liana Orfei. Conduce Silvia Moras.

Quella di Liana Orfei non è stata certo una vita ordinaria: nata “per miracolo” dentro un caravan in una notte di tempesta, di salute gracile e precaria, da bambina ha sofferto a causa di una malattia che l’ha costretta a letto per molti anni. Tuttavia, il suo temperamento e la sua buona stella (è nata con la cosiddetta “camicia della Madonna”) non le hanno mai permesso di lasciarsi andare e anzi l’hanno portata a cimentarsi in sfide sempre nuove. Dal mondo del circo, suo ambiente naturale, insieme ai fratelli Nando e Rinaldo, alla vita difficile durante la guerra; dall’esperienza del cinema, quando Fellini la scoprì, al teatro e alla televisione; dall’Europa al Nuovo Mondo e all’Oriente, sempre alla ricerca di nuove avventure e di stimoli per il suo amato circo. Oggi, guardandosi alle spalle, Liana Orfei si racconta con minuzia di particolari e un misto di tenerezza e nostalgia. In questo memoir, come in un romanzo, appunto, scorre la storia di una donna tan- to reale quanto, al tempo stesso, iconica, una vicenda in cui perdersi e ritrovarsi.