Mandi Zico, furlan dai nestris.

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25 anni fa a Udine sbarcò uno dei giocatori più forti del pianeta in quel momento. Numero 10. Brasiliano. Arthur Anthunes Coimbra. Zico. Per tutti. Oggi Zico è diventato friulano ricevendo a Premariacco la cittadinanza onorariaEra una cosa strana vedere uno così a Udine. Con quei friulani conosciuti nel mondo per la loro dedizione al lavoro, per la serietà e l’ introspezione. Per dire: il simbolo friulano in Italia era Zoff il muto. E Bearzot lo scorbutico
E ti vanno a pescare Zico. L’arte. O Zico o Austria. Il cartellone più indimenticabile di sempre mai visto a Udine. Una folla ad accogliere il galinho. Erano altri anni. Gli stranieri erano pochi, C’era una attesa spasmodica. E che nomi. Platini, Falcao, Zico. Poi anche Maradona.
Chi lo ha visto giocare racconta che quando toccava palla il tempo si fermava, vedeva cose che gli altri non vedevano. immaginava passaggi che gli altri non immaginavano. E le punizioni.
E 25 anni dopo, invitato dal Zico fans club di Orsaria, l’eroe di un popolo, torna nella sua patria, fra i suoi tifosi che hanno visto in lui una specie di riscatto sociale. Il povero friulano, contadino rozzo e ignorante, che castiga i giganti di Milano. I terremotati che possono disporre del giocatore brasiliano più forte dai tempi di Pelè. per dire. dai tempi di Pelè.

Il giocatore nessuno lo dimenticherà. 26mila abbonati.
Oggi Zico è tornato. Per i friulani Zico è uno di loro. E lo salutano in friulano. E lui, imbolsito, diventato allenatore giramondo, qualche parolina in friulano la biascica ancora. magari lui non appartiene solo ai friulani;  ma è come la fidanzatina delle superiori. Quella in prima fila che ti fa perdere la testa. Non la dimenticherai mai. Nemmeno la partecipazione alla champions, nemmeno il terzo posto. Niente valeva inseguire quel sogno fatto di parabole impossibili. di rovesciate.
“Non credo che tornerò mai a Udine ad allenare. Meglio lasciare il bel ricordo di quando giocavo.”
Poi il Galinho che saluta gli amici di un tempo con grande calore, riconosce giornalisti che calcano la sala stampa da 30 anni. Gli aneddoti che ti raccontano sono incredibili: Zico che cammina in via Mercatovecchio e si ferma a parlare con la gente, Zico che fa mettere fotografi e videooperatori a fare la barriera a fine allenamento perchè sono più alti. Un’altra umanità. Un altro calcio. Inutile rimpiangerlo.
“Credo che la gente mi ha voluto bene e mi ricorda con tanto affetto non solo per le punizioni.”
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