Mercoledì 29 Luglio 2020 – 246ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

Seduta
Ora inizio: 09:30

Con 170 voti favorevoli, 4 contrari e 133 astensioni, l’Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza che autorizza lo scostamento di bilancio di 25 miliardi, necessario al finanziamento di ulteriori interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19; ha poi approvato la proposta di risoluzione di maggioranza sul Programma nazionale di riforma 2020 (v. testi in allegato al resoconto stenografico).

La relatrice, sen. Conzatti (IV-PSI), illustrando il documento LVII-bis, n. 2 (Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell’articolo 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 243) ha ricordato che la relazione è adottata ai sensi della legge rinforzata di attuazione del principio del pareggio di bilancio, la quale prevede che scostamenti temporanei del saldo di bilancio strutturale dall’obiettivo di medio termine (OMT) siano consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l’OMT. Il 20 marzo la Commissione europea ha disposto l’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia generale per l’anno in corso, allo scopo di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra di bilancio per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemiologica e per contrastare gli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del Covid-19. Il Parlamento ha già autorizzato, a marzo e ad aprile, due scostamenti di bilancio rispettivamente di 20 miliardi e di 55 miliardi per il 2020. Con la relazione in esame il Governo chiede l’autorizzazione a un ulteriore indebitamento netto pari a 25 miliardi di euro. In termini di fabbisogno, la richiesta di autorizzazione equivale a 32 miliardi di euro per l’anno 2020. Considerati gli effetti sulla finanza pubblica del deterioramento dello scenario macroeconomico mondiale e nazionale, il livello massimo del saldo netto da finanziare raggiunge per l’esercizio corrente 336 miliardi di euro in termini di competenza e 384 miliardi di euro in termini di cassa. Il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato all’11,9 per cento del Pil nel 2020; il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 157,6 per cento del Pil. La Relazione pone l’accento sul ruolo della domanda interna: il Governo ritiene importante prorogare alcuni interventi, come la Cassa integrazione guadagni, in una prospettiva di maggiore selettività, incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, garantire la liquidità, anche attraverso una riprogrammazione delle scadenze fiscali dei prossimi mesi. Il Governo, infine, conferma l’obiettivo di ricondurre verso la media dell’area euro il rapporto debito/PIL nel prossimo decennio attraverso una strategia di rientro incentrata su: un adeguato surplus di bilancio primario, il rilancio della crescita attraverso il potenziamento degli investimenti, pubblici e privati, e la semplificazione delle procedure amministrative.

Il relatore, sen. Presutto (M5S), illustrando il documento LVII, n. 3, ha ricordato che il Piano nazionale di riforma 2020 costituisce il primo passo verso la definizione operativa del Piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia, necessario per avvalersi delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea. Il Governo intende aumentare il livello degli investimenti pubblici di almeno un punto percentuale di Pil rispetto al 2019 (in particolare negli ambiti delle infrastrutture di comunicazione, delle telecomunicazioni, in attuazione del Piano banda ultra larga, delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, delle infrastrutture per l’energia e l’acqua, del riciclo e dell’attenuazione dei rischi idrogeologici e sismici, della protezione dell’ambiente e riforestazione, degli investimenti per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e dell’istruzione). Le risorse del programma Next Generation EU saranno inoltre impiegate per aumentare le spese per l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, per stimolare maggiori investimenti nel settore privato. Il Piano per la ripresa e la resilienza punterà anche a sviluppare settori e filiere ritenuti di particolare rilevanza sia in termini di valore aggiunto sia di occupazione, oltre che importanti per la sicurezza economica e strategica del Paese e per il benessere dei cittadini (l’intera filiera della salute, il turismo e il patrimonio culturale, l’industria automobilistica, della componentistica, della meccanica strumentale, della siderurgia e della produzione di energia, l’edilizia). Una serie di riforme saranno volte a rafforzare la competitività dell’economia pur migliorando l’equità sociale e la sostenibilità ambientale (riforma dell’amministrazione della giustizia, dell’istruzione, delle politiche del lavoro, del fisco). Il relatore ha posto l’accento sull’aumento della crescita per ridurre il rapporto debito/Pil, sulla riqualificazione della pubblica amministrazione, sul ddl semplificazione, su un sistema di circolazione dei crediti di imposta che fornisca liquidità senza incidere sul debito.

La relatrice di minoranza, sen. Faggi (L-SP), ha evidenziato che l’impiego di risorse con stringenti vincoli di destinazione richiede un progetto di ampio respiro, pluriennale e dettagliato; la strategia deve essere condivisa attraverso un corretto coinvolgimento del Parlamento e delle opposizioni. Ha quindi posto l’accento sull’utilizzo della leva fiscale di vantaggio per le piccole e medie imprese, l’introduzione di un regime fiscale sostenibile (riduzione delle aliquote, diminuzione del 50 per cento dei carichi pendenti e dilazione dei pagamenti, riduzione dell’IMU ed estensione della cedolare secca), l’autonomia differenziata delle Regioni.

Alla discussione congiunta dei due documenti hanno partecipato il sen. Zanda (PD), che ha denunciato la trasformazione istituzionale in atto e ha chiesto un intervento in Aula del Presidente del Consiglio di alto profilo sul destino del Paese; la sen. Emma Bonino (Misto-Più Europa) ha preannunciato voto contrario allo scostamento ritenendo che il Governo dovrebbe ricorrere al Mes; il sen. Bagnai (L-SP) ha spiegato che il ricorso a prestiti europei si tradurrà in un aggravio della spesa per interessi perché i creditori subordinati chiederanno un premio maggiore, ha osservato inoltre che nelle raccomandazioni della Commissione europea per il piano nazionale di riforma è nascosta una patrimoniale; i sen. Urso (FdI), Fiammetta Modena, Alessandra Gallone (FI) e Vescovi (L-SP), ritenendo che fin qui il Governo abbia impiegato male le risorse, hanno chiesto, quale condizione per votare il terzo scostamento, l’accoglimento di alcune proposte (anno bianco fiscale, semplificazione delle aliquote e riduzione dell’IMU, decontribuzione per le imprese che non riducono i dipendenti, reintroduzione dei voucher, rivalutazione delle pensioni di invalidità, sostegno ai comuni per le spese sociali); la sen. Boldrini (PD) ha auspicato l’omogeneizzazione del sistema sanitario; la sen. Bottici (M5S) ha avanzato proposte sulla no tax area, la riduzione delle aliquote, la sospensione degli accantonamenti dei comuni per le perdite delle società partecipate; il sen. Ferrazzi (PD) si è soffermato sugli investimenti per la transizione ecologica; il sen. Saviane (L-SP) ha criticato l’idea di contrastare l’evasione con la stretta sull’uso del contante; la sen. Piarulli (M5S) si è soffermata sulla riforma della giustizia; il sen. Martelli (Misto) ha argomentato che il piano nazionale di riforma non è una scelta politica bensì un’imposizione: per accedere ai prestiti europei, l’Italia è obbligata ad alienare il patrimonio pubblico, a rivedere i valori catastali, a mettere mano alle pensioni, a garantire ritorni agli avanzi primari; il sen. Paragone (Misto) ha insistito sull’immediato bisogno di liquidità e sulle condizionalità del recovery fund; il sen. Saccone (FI), richiamando l’intervento del sen. Zanda, ha auspicato una sintesi politica; il sen. Tosato (L-SP) ha rilevato che il piano nazionale di riforma è generico, manca una vera strategia di rilancio, che passa necessariamente per una riforma fiscale. Il sen. Steger (Aut) ha annunciato voto favorevole allo scostamento, indicando tre priorità: la riforma della giustizia, la riqualificazione della pubblica amministrazione, la formazione. Il sen. Monti (Misto) ha annunciato con riluttanza un voto favorevole allo scostamento, condividendo le preoccupazioni per un impiego produttivo delle risorse e segnalando che il Governo non ha definito il piano di rientro dal debito. Il sen. Pichetto Fratin (FI) condivide le sfide della modernizzazione e dell’inclusione sociale, ma ritiene necessario un disegno preciso con un cronoprogramma. Hanno partecipato alla discussione anche i sen. Comincini, Gelsomina Vono (IV-PSI); Elena Testor, Pepe, Roberta Ferrero, Erika Stefani, Candiani, Erica Rivolta, Maria Cristina Cantù (L-SP); Damiani, Perosino (FI); Laus, D’Alfonso, Valeria Valente (PD); Pellegrini, Bianca Granato, Patty L’Abbate, Rossella Accoto (M5S) e De Bertoldi (FdI).

Il Ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri ha ricordato che su 100 miliardi di maggior indebitamento circa 35 sono destinati a lavoro e ammortizzatori sociali, più di 40 alle imprese, più di 12 agli enti territoriali, più di 11 a sanità, scuola e servizi sociali. Tutti gli analisti rilevano che queste misure, unite alla moratoria su mutui e prestiti, hanno attenuato l’impatto della crisi, preservato il tessuto produttivo e posto le basi di una ripresa che è già in atto, anche se nel 2020 non potrà compensare la caduta del Pil dovuta al blocco della produzione. Le maggiori risorse di 25 miliardi saranno usate in modo più selettivo per occupazione, fisco, liquidità, enti territoriali. Ci sarà una deroga sui contratti a termine e una proroga sul lavoro agile; è allo studio un meccanismo premiale di decontribuzione per far uscire i lavoratori dalla Cig; proseguirà il supporto alla liquidità che potrà contare su misure fiscali; il Governo intende rimodulare il debito fiscale e differire i termini della riscossione; sarà prorogata a settembre la moratoria su mutui e prestiti in scadenza. Continueranno a essere sostenuti gli enti locali: nel prossimo decreto saranno rafforzati i fondi per le funzioni fondamentali, a ristoro della perdita di gettito, e i fondi per gli investimenti. Una parte delle risorse sarà destinata alla crescita e a settori specifici (l’automobile e il turismo). Infine, una quota significativa sarà destinata alla scuola per facilitare l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza. Il provvedimento sarà varato la prossima settimana anche sulla base di un confronto costruttivo con il Parlamento. Il Governo garantirà risorse per l’adeguamento delle pensioni di invalidità e fornirà incentivi per l’occupazione; sul fisco è disponibile a un confronto con l’opposizione. Il piano nazionale di riforma presenta novità di tempi e di contenuti: il Governo ha deciso di non approvarlo ad aprile per varare un documento più aggiornato e di maggior respiro strategico. Sul recovery plan il Governo avrà un dialogo costante con il Parlamento e con le forze sociali e territoriali. Il risultato conseguito all’ultimo Consiglio europeo (l’emissione di titoli di debito per finanziare politiche comuni) ha una portata storica per l’Europa: permette un salto di qualità nella risposta alla crisi e alle sfide globali, aiuta l’integrazione aumentando le convergenze; l’Italia ha ottenuto un’ottima allocazione di risorse e ha evitato il rischio di veti e procedure all’unanimità. Bisogna ora lavorare insieme per un piano di resilienza che affronti i nodi strutturali della bassa crescita e degli scarsi investimenti, secondo le linee di fondo indicate nel PNR. Il Governo punta a una crescita duratura ed inclusiva; intende quindi aumentare di un punto di Pil gli investimenti pubblici e di 0,4 punti di Pil la spesa per ricerca e sviluppo; prevede interventi specifici per la sostenibilità ambientale e la rigenerazione urbana; nella sanità punterà su innovazione tecnologica e medicina territoriale. Prioritari sono anche la digitalizzazione e il rilancio degli investimenti privati: un sistema di regolazione finanziaria dovrà canalizzare il risparmio verso gli investimenti privati, il consolidamento delle aziende e la crescita dimensionale; sarà rivisto il sistema di incentivi. Altra priorità è il piano per la riduzione del divario tra Nord e Sud. Saranno potenziate le politiche di istruzione e formazione, saranno rilanciate le filiere della sanità e della farmaceutica, del turismo, dello stoccaggio e della meccanica avanzata, della siderurgia e dell’industria culturale. Il ddl semplificazione interviene in diversi ambiti anche per attirare capitali; nell’ambito della riforma fiscale, volta alla maggiore efficienza ed equità del prelievo, saranno riviste le imposte ambientali e i sussidi dannosi per l’ambiente. Sarà rilanciata l’azione di contrasto all’evasione fiscale e saranno incentivati i pagamenti elettronici. Per le partite Iva si sta ragionando sul superamento del sistema degli acconti e dei saldi. A partire dalla Nota di aggiornamento il Governo elaborerà la strategia di rientro dal debito, puntando a una crescita più elevata e ad avanzi di bilancio.

Il Governo ha accolto le proposte di risoluzione presentate dai Gruppi di maggioranza; non ha accolto le proposte dei Gruppi di opposizione.

Nelle dichiarazioni hanno annunciato voto favorevole alle proposte di risoluzione di maggioranza i sen. Julia Unterberger (Aut), Laura Garavini (IV), che ha sollecitato il coinvolgimento dell’opposizione, Errani (Misto-LeU), il quale ha auspicato una riforma fiscale nel segno della crescita e dell’equità e ha evidenziato la necessità di assumere personale qualificato nella pubblica amministrazione per riuscire a spendere le risorse europee; Stefano (PD) e Pesco (M5S). Hanno annunciato l’astensione sulla relazione per lo scostamento e il voto contrario al Piano nazionale di riforma, i sen. Calandrini (FdI), Malan (FI) e Romeo (L-SP). Secondo il Capogruppo della Lega il Governo avrebbe potuto emettere titoli irredimibili non classificabili come debito pubblico e dovrebbe spendere 28 miliardi, già iscritti in bilancio per gli investimenti, prima di ricorrere al Mes. Il sen. Quagliarello (Misto) ha annunciato l’astensione sullo scostamento, esprimendo delusione per la proroga dell’emergenza.

In apertura di seduta il Presidente del Senato Casellati, i sen. Urso (FdI), Gasparri (FI) e Barbaro (L-SP), hanno ricordato il senatore Giulio Maceratini, scomparso sabato scorso; l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio.

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