Pordenone: condannato per tentato omicidio, era in realtà la vittima

Il fatto risale alla mattina del 21 marzo 2007, quando a Maniagolibero (Pordenone), Cifliku viene arrestato con l’accusa di aver tentato di uccidere Francesco Maserin, esplodendo un colpo con una pistola Beretta Calibro 98 FS, di proprietà della presunta vittima, nei pressi di un bar. Dopo due settimane di custodia cautelare, la ricostruzione dei fatti secondo il pm non evidenzia una colpevolezza da parte di Cikliku, difeso dall’avvocato Antonio Malattia, di Pordenone. Nel processo celebratosi in primo grado davanti al Tribunale di Pordenone, però, nonostante la richiesta di assoluzione da parte dell’accusa, Cifliku era stato condannato per tentativo di omicidio e detenzione abusiva d’arma da fuoco alla pena di tre anni e 6 mesi di reclusione

. Il difensore e il pm ricorrono in appello, ma la Prima sezione della Corte d’Appello di Trieste, assolve Cifliku dal reato di detenzione ma conferma la condanna per tentativo di omicidio, rideterminando la pena in 3 anni e 4 mesi di reclusione. L’avv. Malattia ricorre allora in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello ha travisato le dichiarazioni dei teste e le risultanze delle perizie balistiche, evidenziando lo scambio dei ruoli tra aggressore e vittima, per cui Maserin avrebbe aggredito Cifliku, che stava andando al lavoro in bicicletta. In altre parole, Maserin aveva estratto dalla cintola la propria pistola e Cifliku lo aveva disarmato; l’ aggressore allora aveva trovato riparo nel bar vicino. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullato la sentenza e rinviato gli atti alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio. La II sezione penale della Corte d’Appello, accogliendo le ragioni della difesa, ha riconosciuto innocente Cifliku, cancellando l’imputazione di tentato omicidio e ravvisando soltanto il reato di minaccia per il quale ha irrogato una sanzione di 50 euro.