Premio Hemingway Sparkasse a Boris Pahor

Boris PahorE’ Boris Pahor il vincitore della seconda edizione del premio Hemingway-Sparkasse, evento che si inserisce nell’ambito della XXVI edizione del premio letterario dedicato a Ernest Hemingway organizzato dal comune di Lignano Sabbiadoro dove la banca Kärntner Sparkasse, banca austriaca presente in Italia con cinque filiali operative nel Nordest e direzione centrale per l’Italia a Udine, è main sponsor anche per l’edizione 2010. La consegna del premio internazionale è in programma venerdì 11 giugno alle ore 19 al centro congressi Kursaal di Lignano Sabbiadoro.

La giuria del premio Hemingway-Sparkasse, presieduta dal direttore di Rai Uno Mauro Mazza e da Silvano Delzotto, sindaco di Lignano Sabbiadoro, ha scelto di premiare lo scrittore triestino di etnia slovena per il suo costante impegno profuso durante tutti gli anni della sua carriera nella promozione e nella diffusione dei valori di libertà, tolleranza e amicizia fra i popoli nell’ambito dell’Euroregione, area geografica che unisce il Friuli Venezia Giulia con i territori di Slovenia e Austria e terre limitrofe. Questo riconoscimento, oltre a coincidere con le motivazioni del premio voluto dalla banca austriaca, rende giustizia alla carriera di Boris Pahor, classe 1913, autore di Necropoli e di moltissimi altri libri quali Il rogo nel porto, Il petalo giallo, Qui è proibito parlare, Tre volte no. Memorie di un uomo libero, e Una primavera difficile. Boris Pahor è tradotto, fra l’altro, anche in Francia, Germania e Slovenia. Deportato in campo di concentramento, arruolato in Libia nel 1940 e nel 1941 e combattente nella Resistenza, l’anziano romanziere ha subito la repressione fascista a Trieste.

Grazie alla sua postura morale e estetica, Boris Pahor è uno dei più importanti punti di riferimento per la giovane generazione di letterati sloveni, a cominciare da Drago Jan?ar, vincitore dell’edizione 2009 del Premio Hemingway-Sparkasse. Mentre in Italia il suo lavoro veniva ignorato, Pahor collezionava premi e onorificenze in tutto il mondo, tra le quali varie segnalazioni per il premio Nobel, il premio Preseren nel 1992, il più importante riconoscimento sloveno nel campo culturale, la nomina in Francia come Officier de l’Ordre des Arts e des Lettres e l’assegnazione della Legion d’Onore dal governo francese. Lo scrittore triestino di lingua slovena ha ricevuto inoltre di recente, a Vienna, la Gran Croce d’Austria, massima onorificenza austriaca per la scienza e l’arte consegnatagli da un incaricato del presidente della Repubblica Heinz Fisher nel corso di una cerimonia ufficiale.

“Il riconoscimento a Boris Pahor rende giustizia alla straordinaria figura dello scrittore, il quale ha potuto trovare adeguato consenso e popolarità in Italia solamente negli ultimi anni. Il suo vissuto personale e lavorativo è l’espressione della volontà di superare ogni barriera di tipo ideologico, politico e religioso per favorire la tolleranza, la libertà e l’amicizia fra i popoli, elementi che sono alla base dello sviluppo della nostra società e per cui la cultura può dare un contributo significativo – spiega Massimo Pagani, responsabile Area Italia di Kaerntner Sparkasse AG -.
Con il sostegno a questo evento, attraverso la nostra Fondazione, intendiamo valorizzare la cultura come antidoto contro l’intolleranza e le barriere ideologiche in un’area, quella comunemente definita Euroregione, spesso flagellata, in passato, da tristi situazioni e da conflitti.”

Boris Pahor ha avuto una vita editoriale molto travagliata e sembra essere finalmente riuscito a ritagliarsi il suo spazio, assolutamente meritato, anche nelle librerie italiane, soprattutto dopo l’uscita in Italia nel 2008 del suo capolavoro Necropoli, terribile e durissimo affresco della sua vita di prigioniero in un campo nazista. In questo romanzo Boris Pahor si occupa di un argomento assolutamente centrale nella sua vita, ovvero la lotta per la sopravvivenza dell’identità slovena a Trieste. E’ proprio a Trieste, infatti, che, durante il ventennio fascista, per la prima volta fu messa in atto una vera e propria politica di pulizia etnica con l’obiettivo di epurare qualsiasi cosa di sloveno ci fosse in città, dagli abitanti di origine slovena fino ai palazzi, dalle scritte fino alla lingua, un episodio ancora molto oscuro della nostra storia recente. Forse anche la storia editoriale italiana di Pahor fa parte di questo capitolo oscuro della nostra storia, il capitolo che riguarda la discriminazione della minoranza slovena.

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