Tumore del colon retto: in Friuli circa 1.200 nuovi casi l’anno.

Foto convegno Palmanova_1

Un percorso diagnostico terapeutico ed assistenziale che garantisca le migliori cure possibili ai pazienti colpiti da tumore del colon retto: dal momento della diagnosi alle variabili organizzative, fino alla gestione del malato e al risultato clinico.
Se ne sta discutendo oggi a Palmanova presso la Sala Direzione Generale dell’ospedale friulano nel corso di un evento dal titolo “Carcinoma del colon-retto: proposta di un PDTA aziendale”. L’incontro, durante il quale intervengono gli operatori coinvolti nel progetto di percorso, sia dell’ASS 2 stessa, sia di altre Aziende con il ruolo di Hub (Udine e Trieste), coinvolge tutte le strutture ed il territorio di competenza dell’Azienda Socio Sanitaria n. 2 Bassa Friulana-Isontina, chiamate a formulare le proprie proposte per la costituzione di un PDTA per le neoplasie del colon-retto.

Impressionanti i numeri del tumore del colon-retto: in Italia si registrano circa 52 mila nuovi casi l’anno; la neoplasia è al 3° posto tra gli uomini, dopo prostata e polmone, mentre tra le donne è al 2° posto, dopo la mammella. Il trend è comunque in riduzione. Per quanto riguarda il Friuli si registrano circa 1.200 nuovi casi l’anno.

“In tutti i presidi ospedalieri – spiega il coordinatore del progetto, il Dottor Aldo Iop, Direttore SOC Oncologia AAS 2 Bassa Friulana Isontina – è presente un’attività oncologica a tempo pieno: 8 medici strutturati ed un’equipe infermieristiche dedicate, oltre a psicologhe dedicate. Nella nostra Azienda vengono operati circa 150 pazienti l’anno per questa neoplasia. Le buone notizie arrivano dalla sopravvivenza, che a 5 anni dalla diagnosi registra un netto miglioramento: se negli anni ’90 era pari al 50%, negli anni 2005-2007 ha raggiunto quota 65%. Ciò è dovuto non solo alle innovazioni farmacologiche e tecnologiche, ma anche ad un maggior coinvolgimento multidisciplinare e alla condivisione di percorsi diagnostico-terapeutici comuni”.

“L’obiettivo dell’evento – prosegue il Dottor Aldo Iop – è quindi la produzione di un percorso che accompagni il paziente in tutte le fasi della malattia, sia all’interno della nostra Azienda, che, al bisogno, all’esterno di essa, fornendo strumenti adeguati di informazione e di gestione anche alle famiglie e ai medici di medicina generale”.
A Palmanova si cominciano a delineare i criteri di ingresso nel PDTA (pazienti asintomatici o sintomatici) per poi giungere alla definizione di tempi e modalità organizzative attraverso i vari passaggi che compongono il PDTA stesso (prevenzione, diagnosi, trattamento, riabilitazione ed assistenza).
Durante l’incontro ogni professionista presenta la sezione di PDTA che lo vede coinvolto, il tutto aderente comunque a linee guida nazionali ed internazionali condivise, a criteri di evidence-based medicine e alla realtà specifica del territorio relativo all’Azienda. Nel corso dei lavori sono inoltre indicati alcuni indicatori di qualità che consentiranno anche una periodica valutazione degli effetti e dei risultati di tale progetto.