Workation: lavorare sì, ma in vacanza

Il 2020 è un anno che non dimenticheremo facilmente: il Coronavirus ha lasciato un segno profondo in tutti noi, ma quali sono i risvolti positivi di una pandemia dalle conseguenze sanitarie ed economiche tanto devastanti?

Una di queste è l’esplosione dello smart working: secondo i dati dell’Istat, se prima del Covid solo l’1,2% del personale era impiegato in lavoro a distanza, tra marzo e aprile questa quota è salita fino all’8,8%. Molti italiani originari del Sud hanno fatto ritorno alle loro terre d’origine, complice la diffusione sempre più capillare di una rete in fibra grazie al piano di Open Fiber, che consente di poter lavorare a distanza senza difficoltà.

Complice la stagione estiva, ha preso piede anche un nuovo fenomeno: il workation, un mix tra lavoro e vacanza. Un fenomeno che può alzare la qualità della vita di chi lavora, e in prospettiva ridare slancio a un turismo in sofferenza. La fibra può favorire quindi una forma più dinamica e variegata di turismo, consentendo alle persone di prolungare il periodo di vacanza oltre classici mesti della stagione estiva.

Ne abbiamo parlato con Domenico Dichiarante, responsabile marketing operativo Open Fiber, e con Chiara Fontana, titolare di un boutique hotel a Castellabate, in Cilento.