Crisi: Friuli, terziario male ma migliora la fiducia

Timida inversione di tendenza nei giudizi riferiti all’andamento dell’economia italiana, atteggiamento tuttavia non rispecchiato nei confronti della propria situazione specifica. Il deterioramento dei ricavi e la perdurante crisi occupazionale risultano decisivi in questo senso. Sempre bassa la percentuale delle imprese del terziario che fanno domanda di credito e, malgrado il deterioramento del credit crunch sembri in rallentamento, per la prima volta l’area di stabilità e quella di irrigidimento tendono a sovrapporsi tra loro.

Clima di fiducia
Le imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia mostrano una prima inversione di tendenza nei giudizi riferiti all’andamento dell’economia italiana nei mesi di luglio, agosto e settembre (-60,1 su -63,5). La situazione appare migliore rispetto alla media nazionale e rimarrà tale anche nella prospettiva per il breve periodo.
A livello territoriale sono le imprese del terziario della provincia di Trieste e della provincia di Udine ad esprimere i giudizi meno negativi con riferimento alla situazione generale del paese. Ancora indietro gli operatori residenti nella provincia di Gorizia. In vista dei mesi di ottobre, novembre e dicembre tale trend sarà confermato rispettando le medesime accentuazioni.
La fiducia degli imprenditori del terziario della regione appare tuttavia fine a se stessa se confrontata con i giudizi espressi nei confronti della propria situazione specifica che, pur continuando ad attestarsi su livelli meno marcati rispetto al dato nazionale, non pare ancora poter invertire la tendenza negativa (-43,0 su -41,3).
Le imprese del terziario maggiormente in difficoltà risultano ancora quelle residenti nella provincia di Gorizia, sia con riferimento al terzo trimestre dell’anno sia in chiave prospettica (ottobre, novembre, dicembre 2013). Meno pesante la condizione degli operatori dei territori di Trieste e Udine. Gli imprenditori di Pordenone si collocano nel mezzo tra i due estremi.

Situazione congiunturale
Il progressivo deterioramento della situazione dei ricavi risulta essere decisivo nell’ambito del giudizio generale degli imprenditori. L’indicatore congiunturale passa dal -38,6 registrato a giugno all’attuale -39,3, confermandosi tuttavia meno grave di quello rilevato a livello nazionale.
Non si arresta la crisi occupazionale nella regione (-23,1 su -20,6), in decadenza per il quinto trimestre consecutivo e lontana dall’evidenziare inversioni di tendenza nel breve termine (-15,6 su -11,5). La situazione si presenta in ogni caso meno preoccupante rispetto a quella nazionale.
Migliorano i rapporti tra imprenditori e fornitori sotto il punto di vista dei prezzi praticati da questi ultimi. L’indicatore congiunturale passa dal -27,4 di giugno all’attuale -26,3 con un outlook in ulteriore ripresa. Anche in questo caso la situazione pare più performante rispetto a quella nazionale.
Si accorciano ancora i tempi di attesa delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia in relazione ai pagamenti da parte dei propri clienti (-37,7 su -41,1). In questo caso la situazione risulta sostanzialmente sovrapponibile alla media nazionale. I mesi di ottobre, novembre e dicembre confermano il trend in atto.

Fabbisogno finanziario
Non si arresta l’erosione della condizione finanziaria delle imprese del terziario della regione nel corso del terzo trimestre dell’anno (-38,0 su -34,0). La situazione appare in ogni caso molto meno pesante rispetto a quella fatta registrare a livello nazionale.
Si mette in evidenza che, tra le imprese che sono riuscite a far fronte al proprio fabbisogno nel corso del trimestre, oltre sei su dieci hanno trovato un qualche genere di difficoltà.
In prospettiva (ottobre, novembre, dicembre 2013) non è lecito attendersi miglioramenti nel breve termine.
Le imprese del terziario della provincia di Gorizia confermano le difficoltà anche per quel che riguarda la propria condizione finanziaria. In ogni caso, pur se con dimensioni diverse, è giusto evidenziare come la situazione della liquidità risulti in peggioramento presso tutte le province della regione.

Razionamento del credito
Rimane bassa, ma non distante dalla situazione di tre mesi fa, la percentuale delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia che nel terzo trimestre 2013 si sono rivolte alle banche per chiedere un fido, un finanziamento, o la rinegoziazione di un fido o di un finanziamento esistente: sono state il 20,8% contro il precedente 21,1%.
In questo scenario, pur non rilevando scostamenti negativi troppo evidenti rispetto alla situazione registrata a giugno, la stretta creditizia tarda ad allentare la propria morsa. Perde circa un punto percentuale la cosiddetta area di stabilità, ossia la percentuale di coloro che ottengono il credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta (38,0%) e cresce leggermente l’area di irrigidimento, corrispondente alla quota delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e di quelle che non se lo sono viste accordare affatto (38,4%). Malgrado il deterioramento della situazione sembri inesorabile ma in rallentamento, è bene sottolineare come, per la prima volta da quando è in linea l’osservatorio, le due curve tendano a sovrapporsi tra loro.
Alla luce di ciò, si registra un leggero peggioramento di tutti i giudizi relativi alle condizioni generali del credito (durata, garanzie richieste, altre condizioni) fatta eccezione per i tassi di interesse, rimasti sostanzialmente costanti ed in linea con la politica degli istituti bancari che tendono a mantenere invariati gli indici.
Peggiorano anche i giudizi relativi ai costi dei servizi bancari nel loro complesso.