Legge elettorale: Renzi “Non accettiamo diktat”

renzi2 “Non è che se non poniamo noi condizioni che siamo il primo partito, le possono porre gli altri. Facciamo ma senza diktat. Non li fa il Pd, non li fa Berlusconi, non li fanno gli altri”. E’ l’altolà di Matteo Renzi in merito alla trattativa sulla legge elettorale lanciato dal segretario del Pd, ospite di ‘Otto e mezzo’.

Davanti alle voci sempre più insistenti di un prossimo rimpasto, il sindaco di Firenze ribadisce di non voler entrare nel gioco della vecchia politica. “Io non ce l’ho con Letta. Se premier decide di fare cambiamenti nella squadra di governo, va bene ma faccia lui. L”idea che siccome ho vinto le primarie mi spettano tot ministri, tot sottosegretari, non mi piace. Io voglio cambiare l’Italia, non voglio poltrone”. Su questa linea, Renzi dice la sua sulla richiesta del Mef agli insegnanti di restituire gli scatti stipendiali, già percepiti nel 2013. ”A me non interessa il rimpasto, ma se il ministero dell’Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio”, dice il segretario dem. “Non stiamo su ‘Scherzi a parte’. Non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro”, sottolinea il segretario del Pd.

Annuncia, invece, che nel ‘Job act’, o piano lavoro che dir si voglia, che la segreteria democratica sta mettendo a punto ci saranno novità sulle tasse. “L’aumento della tassazione delle rendite finanziarie sarà uno dei punti del Job Act”. Ma, avverte il segretario del Pd, le risorse vanno utilizzate per diminuire le tasse: “Noi possiamo aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie devono andare a ridurre l’Irap, ad esempio”.