Trieste: 15enne “giorni vuoti”, si uccide con la pistola del padre

Una ragazza di 15 anni si e’ uccisa questa mattina(27 novembre9  a Trieste con un colpo di pistola. Secondo i primi accertamenti dei Carabinieri, la ragazza avrebbe utilizzato l’arma legalmente detenuta in casa dal padre. Alla base del gesto potrebbero esserci problemi legati alla scuola.

‘Giorni vuoti e senza significato”. Poche parole su un foglietto potrebbero spiegare il gesto disperato di una ragazza di 15 anni, che si e’ uccisa questa mattina a Trieste con un colpo di pistola. La tragedia si e’ consumata intorno alle ore 10.30, all’interno di una villetta sul lungomare di Trieste, lungo la Strada Costiera, nei pressi del castello di Miramare, zona di abitazioni di lusso di famiglie benestanti. Secondo i primi accertamenti effettuati dai Carabinieri, la ragazza avrebbe utilizzato l’arma che e’ legalmente detenuta in casa dal padre. Poco lontano ha lasciato un bigliettino, poche parole che fanno riferimento ai ”giorni vuoti senza significato”. E’ sulla base di queste parole che gli investigatori, che hanno chiesto il massimo riserbo assieme alla famiglia, propendono per un gesto legato a una situazione di sofferenza della giovane, a una forma di depressione piu’ che a un disagio legato all’ambiente scolastico o del nucleo familiare. La quindicenne frequentava un liceo classico cittadino, ma paiono appunto da scartare motivi legati all’andamento scolastico: l’anno e’ appena all’inizio e i genitori erano in contatto con i professori per la verifica dell’andamento della figlia. La notizia ha sconvolto docenti e compagni di scuola, come sempre succede in situazioni simili e tra gli adolescenti. Pare comunque accertata la dinamica dell’episodio, avvenuto all’interno della villa: la ragazza ha scritto poche righe, ha approfittato forse di un momento di disattenzione dei genitori per impossessarsi della pistola del padre, e quindi l’ha rivolta contro di se’. Sul posto, oltre ai Carabinieri del Comando provinciale di Trieste, si e’ recato il medico legale; intorno allo stabile e’ stato eretto un virtuale ”cordone di sicurezza” per tenere lontani i curiosi e la stampa. Nessuna voglia di commentare ne’ di fornire ulteriori particolari da parte dei vicini per una vicenda che ha lasciato nello sconforto una famiglia e una comunita’ di ragazzi.

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