UTI: SERRACCHIANI, NO A DEROGA SU AVVIO MA SPAZI MEDIAZIONE SUL RESTO

Tavagnacco (Ud), 12 mar – “Non possiamo continuare a rinviare
l’avvio della riforma degli enti locali, premesso questo ci sono
punti di mediazione sui quali stiamo già lavorando”.

Lo ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani,
intervenendo alla tavola rotonda “Le aggregazioni tra Comuni”,
organizzata dall’associazione “Gente e idee Fvg” nel municipio di
Tavagnacco, con il patrocinio di Confartigianato FVG per
affrontare il tema delle aggregazioni tra i Comuni e la ricaduta
su imprese e cittadini.

“Abbiamo fornito indicazioni molto puntuali in Consiglio
regionale con le modifiche alla legge 26 e quindi si parte con il
15 di aprile: il termine per l’avvio delle funzioni è fissato il
1 di luglio e quindi abbiamo tutti un bel po’ di tempo per
lavorare ai tavoli tecnici, come abbiamo fatto e continueremo a
fare. Dall’altra parte c’è un tavolo politico, a cui la Regione
si è seduta, che credo potrà portare a punti di mediazione
importanti”, ha affermato Serracchiani.

Le mediazioni possono riguardare in parte il fondo di
perequazione, “ma l’aspetto più interessante – ha aggiunto la
presidente -, quello che serve di più a fare partire le Unioni
Territoriali e anche forse per convincere qualche sindaco, è
sicuramente il tema delle funzioni”.

“Non è detto che debbano essere quelle, tutte insieme e si
possono rivedere anche i tempi dell’affidamento”, è stata
l’apertura ribadita da Serracchiani.

Sui tempi di avvio della riforma non ci sono deroghe. “Il 15
aprile è la data fissata e non cambierà: in quella data
nasceranno ex lege le Uti con i Comuni che hanno approvato
statuto e atto costitutivo. Mi auguro che da qui a quel termine
molti altri Comuni aderiscano, con quelli che lo faranno dopo
siamo pronti a ragionare”, ha affermato nel corso del dibattito
la presidente.

Spetta al tavolo politico la ricerca di spazi “di ragionamento su
tante altre sfumature, anche grandi, di una mediazione”.

Quanto al fondo perequativo, Serracchiani ha ribadito che resta
da intendersi “come una premialità, perchè una parte di quel
fondo è destinato ai Comuni proprio per realizzare investimenti”,
e ha ricordato come si tratti di un fondo triennale, con
incidenza minore nel 2016 anche grazie a un emendamento accolto
dalla Giunta in Consiglio regionale, assieme ad altri che hanno
portato a un miglioramento dell’impianto iniziale della norma.

“Anche su quello è possibile un ripensamento, ma resta salvo che
la leva finanziaria è una parte importante delle modifiche che
sono state introdotte”, ha affermato la presidente.

A chi invece contesta che termini perentori e penalità non
aiutano il clima di avvio della riforma, Serracchiani ha fatto
riflettere su un dato.

“La cosiddetta legge Iacop prevedeva associazioni e convenzioni
volontarie: è costata 80 milioni di euro e ad oggi non vi è
un’associazione che resti in piedi dopo avere incassato le
risorse. Non credo che si possa continuare a ragionare così e
occorra pretendere qualcosa in più. Fatto salvo che la legge 26
prevede strumenti, come ad esempio le convenzioni, con cui i
Comuni possono creare forme associative anche su funzioni diverse
da quelle previste dalla legge”, ha ricordato Serracchiani.

Infine, sull’effettiva rappresentatività in seno alle Uti,
Serracchiani ha ribadito che “i Consigli comunali continueranno
ad avere assolutamente una loro valenza e ci sono funzioni che
continueranno a essere esercitate all’interno dei Comuni. La
rappresentanza garantita dal sindaco credo sia già garante sia
per la parte politica che per quella territoriale. Se c’è
qualcosa da riequilibrare tra la rappresentività e il potere del
sindaco e del Consiglio comunale – ha aggiunto – non è certo da
attribuirsi alla legge 26, ma a monte, nel sistema di elezione
diretta”.

Introdotto da Daniela Lizzi e Alessandro Tesolat, presidente e
segretario dell’associazione “Gente e Idee FVG”, dal saluto del
sindaco di Tavagnacco Gianluca Maiarelli e del presidente di
Confartigianato FVG Graziano Tilatti, al convegno sono
intervenuti anche Bruno Susio, amministratore unico di Susio srl,
e Primo Perosa, segretario generale di lunga esperienza, e
attualmente dirigente settore Finanze del Comune di Pordenone.

Da entrambi sono giunti interessanti spunti di confronto con
altre realtà che hanno affrontato da tempo la “sfida del
cambiamento” che oggi è imposta al Friuli Venezia Giulia.

In particolare Susio, ha affermato che il punto di forza della
legge di aggregazione tra Comuni del Friuli Venezia Giulia “è il
taglio dimensionale, che consente ottime economie di scala. La
seconda cosa è la velocità: richiede di imprimere un grande
cambiamento in un tempo ristretto. Questo è corretto perchè
altrimenti nel tempo i presupposti della riforma si sfilacciano.
Però d’altra parte – ha fatto notare il consulente – una legge
del genere interviene su un corpo vivo e occorre tenerne conto
per trovare forme di mediazione”.

Primo Perosa ha indicato come modello ideale l’unione della Bassa
Romagna, “che però – ha ricordato – si è costituita in un
decennio”.

Nel breve, ha indicato la necessità di accompagnare la riforma
principalmente con l’adeguamento dei sistemi informatici, “ad
oggi troppi e malfunzionanti” e una struttura organizzativa e
gerarchica che consenta ai Comuni di governare il cambiamento.

“Metteremo a disposizione degli enti locali tutti gli strumenti
per svolgere al meglio le funzioni in forma associata, ma credo
che sia fondamentale che tutti accettino la sfida del
cambiamento, ciascuno nel proprio ruolo. Tanti attorno a noi sono
già cambiati, con riforme anche più radicali: perchè il Friuli
Venezia Giulia, che è stato modello nella ricostruzione post
terremoto e in molti altri settori, ora non lo dovrebbe essere
anche nel riordino delle autonomie locali?”, ha chiesto
concludendo Serracchiani, invitando tutti alla sfida “culturale”
e inderogabile del cambiamento.
ARC/EP/ppd

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